Mondo

Tagli al multilaterale, il 28 marzo il round finale

Le nostre ong perdono migliaia di euro…... in Eritrea e allora perché al ministero degli Esteri non si muove nessuno, ad esclusione del vicedirettore generale, Sergio Ghisi?

di Paolo Manzo

«Le nostre ong perdono migliaia di euro?… … in Eritrea e allora perché al ministero degli Esteri non si muove nessuno, ad esclusione del vicedirettore generale, Sergio Ghisi?». La domanda posta da Sergio Marelli, presidente dell?Associazione ong italiane, meriterebbe una risposta dopo che all?espulsione di sei nostre organizzazioni non governative è seguita una vera e propria confisca di beni italiani, a cominciare dalla villa della famiglia Melotti, da anni ?concupita? dal dittatore locale. Ludovico Serra, primo segretario dell?ambasciata italiana in Eritrea, ha cercato di difenderla e, perciò, è stato dichiarato «persona non grata» dal governo di Asmara e raggiunto da un provvedimento di espulsione. Sorte analoga toccherà alle attrezzature delle nostre ong espulse, che non hanno neppure avuto il tempo di assegnarle ai loro partner locali. Perché oltre all?immediata espulsione, per questioni di reciprocità, di un funzionario dell?ambasciata eritrea a Roma, descritta dal Sudan Tribune con dovizia di particolari, l?Unità tecnica per l?Africa della Farnesina tace in merito alle istanze di appoggio sollecitate in più occasioni dalle ong per la prosecuzione del lavoro in Eritrea? Attendiamo una risposta politica, magari dal sottosegretario Alfredo Mantica. Le speranze della delegazione italiana all?Onu? ? sono che «i tagli del Direzionale dello scorso 16 febbraio vengano corretti da quello programmato il prossimo 28 marzo e non ci siano forti ripercussioni sul ruolo dell?Italia. Ma è ovvio che se alla fine dell?anno dovessimo veramente aver ridotto drasticamente il nostro contributo agli organismi internazionali, ciò non potrà che danneggiare la nostra immagine e il nostro ruolo a livello internazionale». È caustica la considerazione di una fonte bene informata della delegazione italiana all?Onu. Che spiega a Vita come le reazioni al Palazzo di Vetro siano state «di preoccupazione. C?è stata la lettera di Annan, molti hanno reagito invitandoci a fare uno sforzo per mantenere almeno il livello del 2005». E sul prossimo Direzionale? La nostra fonte non crede «che ci sarà una riduzione dei contributi a organismi come l?Ilo, a cui il Direzionale del 16 febbraio ha dato un contributo già lievemente ridotto rispetto a quello dell?anno scorso. Penso piuttosto che il 28 marzo ci sarà una decisione complementare, con ulteriori finanziamenti». Vedremo se le pressioni da New York avranno effetti su Roma.


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