Welfare regionale
Tagli ai caregiver in Lombardia: i Comuni ammettono che i servizi non sono pronti
Nove assessori di altrettanti capoluoghi lombardi scrivono all'assessora regionale Lucchini e alla ministra Calderone: «Questa applicazione, nei tempi e nelle modalità previste, pone criticità non solo ai caregiver e alla persona non autosufficiente ma anche ai servizi». La loro richiesta? Più risorse nazionali, per implementare la rete dei servizi e mantenere le prestazioni economiche
Nove assessori di altrettanti capoluoghi lombardi hanno inviato ieri una lettera alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Elvira Calderone e all’assessoraaalla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia, Elena Lucchini, per esprimere le loro preoccupazioni rispetto al programma operativo regionale per l’utilizzo del Fondo per la Non Autosufficienza.
La Regione, con la Dgr 1669 del 28 dicembre ha previsto una riduzione dei contributi ai caregiver, spostando quella quota di risorse sull’erogazione di servizi. L’aumento della quota percentuale del Fondo sull’assistenza diretta è previsto dal Piano Nazionale Non Autosufficienza 2022-2024: il Piano tuttavia prevede che le regioni possano continuare ad erogare contributi monetari e assistenza indiretta con risorse proprie.
I nove assessori che firmano la lettera sono Marcella Messina (Bergamo), Lamberto Bertolé (Milano), Marco Fenaroli (Brescia), Egidio Riva (Monza), Molinari Roberto (Varese), Emanuele Manzoni (Lecco), Rosita Viola (Cremona), Andrea Caprini (Mantova), Simonetta Pozzoli (Lodi). balza all’occhio quindi l’assenza delle firme degli assessori dei Comuni di Como, Pavia e Sondrio. Nella lettera i Comuni descrivono gli effetti che la scelta della Regione provoca: «le persone con disabilità che oggi vivono una situazione problematica, nonostante gli sforzi fatti in questi anni sul territorio per la costruzione di reti di servizi che non sempre hanno visto riconosciuti adeguati finanziamenti, vedranno ulteriormente ridotti i contributi economici assegnati a loro direttamente. Si tratta di circa 17mila beneficiari (circa 7mila per la misura B1 e 10mila per la B2)». Il secondo effetto che gli assessori dichiarano è «la difficoltà per gli Ambiti Territoriali e i loro servizi sociali di progettare, programmare e implementare nei tempi definiti, quindi entro il prossimo giugno, i servizi che dovrebbero sostenere le persone non autosufficienti e i loro caregiver a domicilio»: confermano quindi una criticità che subito le famiglie e le associazioni avevano evidenziato, ossia che il voucher per i servizi si riveli alla fine fine “carta straccia” dal momento che i servizi aggiuntivi non ci saranno e lo “spostamento” finisca per essere un “taglio”.
Il nostro auspicio era quello che venissero implementati i servizi e che questi si aggiungessero alle scarne prestazioni economiche fino ad oggi erogate alle persone in condizione di disabilità e alle loro famiglie
«Il nostro auspicio era quello che venissero implementati i servizi e che questi si aggiungessero alle scarne prestazioni economiche fino ad oggi erogate alle persone in condizione di disabilità e alle loro famiglie», scrivono gli assessori. «Questa applicazione, nei tempi e nelle modalità previste, pone delle criticità non solo ai caregiver e alla persona non autosufficiente ma anche al sistema dei servizi».
Gli assessori, nella lettera del 18 gennaio, chiedono al ministero e alla Regione «l’implementazione dei fondi assegnati per l’anno 2024 in modo da consentire di lasciare inalterato il contributo economico garantito fino allo scorso anno e di iniziare l’implementazione dei servizi da parte degli Ambiti Territoriali Sociale in modo graduale o in subordine un rinvio al 2025 dell’applicazione della stessa»: è questa la loro proposta. Per parlarne, chiedono un momento di confronto con l’assessorato regionale, coinvolgendo anche il dipartimento welfare di Anci Lombardia, per definire gli strumenti e le risorse per la necessaria implementazione della rete dei servizi.
Foto da Pixabay
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