Welfare

Taccio per dire no alle polemiche

L’uomo simbolo della Croce Rossa Alberto Cairo non parla né della vicenda Mastrogiacomo, né...

di Gabriella Meroni

Alberto Cairo da Kabul non commenta. Anzi meglio: non parla. Né della vicenda Mastrogiacomo, né dell?assassinio dell?interprete Adjmal Nashkbandi, né tantomeno delle polemiche seguite all?arresto del direttore dell?ospedale di Emergency Rahmatullah Hanefi. Lui, 54 anni, da 17 in Afghanistan come direttore del Centro ortopedico della Croce Rossa internazionale, ha orrore delle polemiche da quando, nell?autunno scorso, rilasciò un?intervista – poi smentita – molto critica nei confronti di Emergency, cui Gino Strada reagì con parole di fuoco.

Anche per questo gentilmente, ma anche fermamente, respinge il nostro tentativo di strappargli qualcosa di meno vago di un «bene» alla domanda «come va». Non ci dice nemmeno com?è la situazione al suo centro sanitario? «In questi giorni ho deciso di non rispondere a nessuna domanda e finora ho mantenuto la promessa», chiarisce. «Non scrivo né parlo della situazione attuale. Non se la prenda, ma non lo farò neanche questa volta». Il suo silenzio è legato alla vicenda Mastrogiacomo? «Sicuramente. Il polverone è tale che preferisco aspettare che tutto si capisca meglio prima di dire qualunque cosa. Non voglio entrare in argomento, neppure indirettamente». Meglio evitare le polemiche? «Sicuramente. In questi giorni i giornalisti mi stanno chiamando, continuamente, ma temo che le mie parole potrebbero essere male interpretate. Ne riparliamo quando le acque si saranno calmate».

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