Dalla Svizzera arrivano pessime notizie per la biodiversità. Con la sola eccezione di Verdi e Socialisti, il parlamento elvetico ha infatti votato la richiesta di modifica della Convenzione per la protezione della vita selvatica e degli ambienti naturali in Europa, nota proprio come Convenzione di Berna. La volontà è quella di rivedere la protezione del lupo, simbolo della fauna alpina, con il rischio che diventi una specie cacciabile a tutti gli effetti. Se la modifica alla Convenzione dovesse passare, si assisterebbe all’abbattimento dei pochissimi lupi presenti, provenienti perlopiù dall’Italia, come è già successo all’orso JJ3 giustiziato nel 2008 nei Grigioni.
La seconda brutta notizia è la decisione del Parlamento di non ratificare i protocolli della Convenzione delle Alpi firmata da tutti i Paesi alpini nel 1991. Evidentemente è prevalso il timore che i protocolli (che servono a rendere operativa la Convenzione) potessero minacciare alcune attività economiche o, più in generale, l’autonomia decisionale del Paese. «Si tratta di decisioni gravissime, con cui la Svizzera si isola dagli altri Paesi alpini e dall’Europa proprio nell’Anno della Biodiversità e getta un’ombra negativa su di sé e sulla propria immagine di Paese verde e avanzato nelle politiche ambientali», ha detto Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia.
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