Non profit

Svizzera: basta «turisti suicidi»

Il governo ha preparato una proposta di legge per limitare l'accesso ai centri della «dolce morte»

di Gabriella Meroni

Il governo svizzero ha presentato la bozza di una legge che abolisca o limiti severamente il suicidio assistito nel tentativo di colpire il sempre più diffuso fenomeno dei «turisti suicidi». Ne dà notizia la Bbc, che nota come oltre 100 britannici affetti da malattie gravi o terminali si siano rivolti ai Centri Dignitas svizzeri per porre fine alla propria esistenza. Il ministro della Giustizia svizzero Eveline Widmer-Schlumpf ha avvertito le organizzazioni che gestiscono i centri che saranno sottoposte a «controlli più rigidi».

Ora la bozza del disegno di legge sarà resa pubblica perché possa ricevere il maggior numero possibile di contributi da esperti, organizzazioni e privati cittadini, dopodiché il Parlamento ne esaminerà la versione definitiva a partire dal 1° marzo. Il ministro Widmer-Schlumpf ha comunque ha già annunciato che gruppi come Dignitas dovranno essere sottoposti a sanzioni nel caso il progetto di legge fosse approvato e gli stessi gruppi rifiutassero di adeguarvisi: il testo infatti prevede che i pazienti che desiderano il suicidio assistito dovranno essere visitati da due commissioni mediche separate che certifichino lo stadio terminale della loro malattia e una sopravvivenza stimata non superiore a un mese. In vista anche una «stretta» per i malati cronici e i pazienti psichiatrici.

«Non abbiamo alcun interesse, come paese, ad attirati i turisti del suicidio», ha affermato il ministro, aggiungendo che le organizzazioni attive nel settore del suicidio assistito «si muovono ai confini della legge». Inoltre secondo la Widmer-Schlumpf in nessun caso mettere fine alla vita altrui deve trasformarsi «in un’occasione di business». «Il suicidio deve rimanere l’ultima spiaggia», ha detto ancora il ministro. «È mio dovere proteggere la vita umana». Tuttavia la Widmer-Schlumpf ha anche chiarito di essere favorevole a una restrizione della legge sul suicidio assistito, e non alla sua abolizione: «La Federazione non intende stravolgere l’attuale legislazione liberale». In Svizzera infatti non esiste una norma esplicita che abbia legalizzato il suicidio assistito, ma nella prassi si considera come «atto di umanità» aiutare un paziente terminale a porre fine alla sua vita. Chi assiste il paziente nel suicidio è perseguibile unicamente nel caso si riesca a dimostrare che agisce per proprio interesse.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.