Sostenibilità

Svizzera: all’esercito coltellini made in China

I famosi coltellini da tasca - simbolo del Paese come lo sono gli orologi a cucù o il cioccolato - potrebbero diventare 'made in China'

di Redazione

Secondo quanto scrive il “Guardian”, a suscitare l’indignazione nazionale e’ stato l’esercito svizzero che, avendo necessita’ di una nuova dotazione di 65mila coltellini, ha aperto la gara d’appalto a tutte le compagnie del mondo che li producono, cosi’ come richiesto dalle regole dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). E la Cina, che da anni produce milioni di copie pirata dell’originale coltellino svizzero sarebbe in pole position per aggiudicarsi il contratto del valore di 1,7 milioni di franchi, pari a circa un milione di euro, seguita da Taiwan e dalla Bulgaria. La questione ha infiammato il sonnolento dibattito estivo nella Confederazione elvetica, con l’estrema destra che chiama in causa l’orgoglio nazionale. “Se i coltelli dell’Esercito non arriveranno piu’ dalla Svizzera – ha denunciato Thomas Fuchs, deputato del Partito del popolo di estrema destra – allora potremmo smettere di produrli del tutto”.
La campagna a difesa di uno dei simboli dell’identita’ nazionale, nato nel 1897, e’ gia’ partita: a guidarla l’avvocato Alois Kessler, ex colonnello dell’esercito, che ha promosso una petizione all’insegna dello slogan: “Tenete i coltellini svizzeri nelle tasce dei soldati”. “Non riesco semplicemente a immaginare i nostri soldati con coltelli made in China – ha affermato Kessler – Sarebbe come dar loro cioccolato fatto in Germania”. Mentre l’esercito tenta di restare fuori dal dibattito, spiegando che e’ impegnato a lavorare sulle nuove caratteristiche tecniche che dovrebbero avere i coltellini, la societa’ che li produce, la Victorinox, fa sapere di essere fiduciosa sulla possibilita’ di vincere l’appalto, combinando buona qualita’ e prezzi competitivi.


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