Volontariato

Svizzera alle urne per decidere ingresso in Onu

I sondaggi danno lieve vantaggio ai s

di Gabriella Meroni

A sedici anni dalla clamorosa bocciatura del 1986, la Svizzera torna a votare domenica prossima sull’adesione del paese all’Onu. L’esito del referendum e’ incerto anche se gli ultimi sondaggi danno un lieve vantaggio al si’.

Durante tutta la campagna in vista del voto, fautori ed avversari dell’adesione all’Onu si sono dati battaglia sul tema della neutralita’ elvetica e sul ruolo della Svizzera nel mondo in generale. Il governo, mobilitato in favore dell’adesione, ha moltiplicato gli interventi per spiegare ai cittadini i vantaggi che il paese potrebbe trarre diventando membro a pieno titolo: attualmente pur partecipando alle attivita’ della maggior parte delle istituzioni specializzate delle Naziomi Unite, la Svizzera non ha il diritto di voto e non puo’ far valere in prima persona i propri interessi, deplora il governo.

Inoltre – aggiunge – la neutralita’ non sarebbe compromessa in caso di adsione: paesi neutrali quali l’Austria o la Svezia partecipano alle Nazioni Unite senza difficolta’ e nessuna nazione e’ mai stata costretta a partecipare alle operazioni militari promosse dall’Onu. ”Tutte bugie”’, ha risposto il fronte del ‘no’ guidato dal deputato miliardario Cristoph Blocher dell’Unione democratica del centro (Udc, destra populista). Per Blocher e per i membri della potente ‘Azione per una Svizzera neutrale e indipendente’ (Asni) aderendo all’Onu la Svizzera dovrebbe infatti sottomettersi alla volonta’ del Consiglio di sicurezza, ”dove dominano le grandi potenze con il loro diritto di veto”.

L’adesione – affermano – metterebbe quindi chiaramente in
pericolo la neutralita’ del paese ”strumento utile alla Svizzera e al mondo”. La Confederazione elvetica (circa 7 milioni di abitanti) condivide con il Vaticano la caratteristica di non essere membro delle Nazioni Unite. Nell’eventualita’ di un si’ al referendum di domenica diventerebbe il 190/e Stato meembro dell’Onu. Il referendum e’ stato promosso da un comitato interpartitico che ha raccolto le 100mila firme necessarie per sottoporre un testo al giudizio popolare. Per l’adesione sara’ necessaria la doppia maggioranza dei votanti e dei cantoni. Il 16 marzo 1986, la proposta di adesione era stata bocciata dal 75,7 % degli elettori e da tutti i cantoni.

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