Politica
SVILUPPO. Londra contro l’Onu: «Inadeguato e poco trasparente»
Il ministro inglese Thomas in Kenya attacca le Nazioni Unite: «Serve una riforma subito»
Gran Bretagna a testa bassa contro l’Onu. Un fortissimo attacco contro le Nazioni Unite è venuto ieri dal ministro inglese per lo Sviluppo Internazionale Gareth Thomas, che parlando dell’Onu ha affermato che «è inadeguato a guidare lo sforzo mondiale per sradicare la povertà». La Gran Bretagna – ha sottolineato l’esponente del governo inglese – è uno tra i maggiori donatori delle Nazioni Unite, alla cui “macchina” contribuisce ogni anno per un miliardo di sterline.
«Serve una riforma, e subito», ha detto Thomas, che si trovava in visita ufficiale in Kenya, «perché al momento l’Onu non è adeguato a guidare il movimento mondiale che tenta di sradicare la povertà e di affrontare la crisi climatica». Thomas in particolare ha sottolineato la necessità di una riforma nei settori della leadership, dell’assistenza umanitaria e della «performance», ovvero dell’efficacia dell’azione. L’affermazione del ministro arriva proprio in un momento in cui le Nazioni Unite e le ong partner temono una significativa riduzione del’impegno finanziario da parte dei paesi donatori a causa della crisi economica mondiale. In novembre l’Onu ha richiesto un finanziamento record di 7 miliardi di dollari per raggiungere l’obiettivo di sostenere 30 milioni di persone nel mondo vittime di guerre e disastri naturali. Si tratta della richiesta di fondi più impegnativa della storia.
La Gran Bretagna – ha aggiunto il ministro Thomas – ha messo a punto un documento in cui fissa gli obiettivi che le Nazioni Unite dovrebbero raggiungere soprattutto nei settori della sanità, delle terapie per madri e bambini e della lotta contro Aids e Hiv. Gli obiettivi indicati nel documento sono ambiziosi: si va dall’assistenza sanitaria perinatale garantita nell’85% delle nascite entro il 2011 alla lotta contro la malaria, che dovrebbe essere portata avanti in tutti i paesi colpiti dalla malattia entro il 2013. Durante il viaggio in Kenya, Thomas ha anche visitato il carcere femminile di Nairobi, dove le detenute sono assistite da personale Onu nell’ambito di un programma finanziato con fondi del governo inglese. Al termine della visita africana – il ministro era stato la settimana scorsa in Tanzania – Thomas si è detto convinto del fatto che «serve più trasparenza e tracciabilità nel lavoro delle Nazioni Unite». Salil Shetty, direttore della Campagna del Millennio Onu, che ha tra i suoi obiettivi lo sradicamento della povertà e il migioramento della qualitò della vita entro il 2015, ha dichiarato all’agenzia Reuters che molti paesi donatori fannop confluire i fondi «nei paesi sbagliati per i progetti sbagliati». «La metà del denaro diretto ai paesi poveri non serve al raggiungimento degli obiettivi», ha aggiunto, «ma viene dirottato a fini politici, o per aprire nuovi mercati».
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