Sostenibilità
Sviluppo, è ora di attaccare la spina
1,3 miliardi di persone non hanno accesso all'energia. E le stufe "domestiche" causano 1,45 milioni di morti all'anno. Uscire dalla povertà è (anche) una questione di energia.
1,3 miliardi di persone – di cui 585 milioni in Africa Subsahariana – non hanno accesso all’energia e 2,6 miliardi di uomini utilizzano la biomassa come principale fonte di energia. Sono circa 1,45 milioni le persone che ogni anno perdono la vita a causa dell’inquinamento domestico, causato da stufe inefficienti: numero destinato ad aumentare, entro il 2030, fin oltre le 4.000 morti al giorno, diventando una delle principali cause di mortalità per bambini e donne (superiore perfino alle morti per HIV).Sono alcuni dei dati presenti nella ricerca ONU sul tema “Sustainable energy for all una sfida globale”, che mette in luce come il tema dell'energia sia uno dei più urgenti da affrontare nei paesi più poveri. «Energia è sviluppo», sottolinea Licia Casamassima – Corporate Partnership Manager della ong COOPI, «grazie a migliori servizi pubblici (ospedali, scuole); aumento della produttività dell'agricoltura (pozzi solari, sistemi di irrigazione alimentati con energia solare) e dell'allevamento (centri veterinari); aumento delle opportunità di sviluppo di attività generatrici di reddito (turismo, commercio, servizi vari); protezione dell'ambiente (stufe migliorate al posto della legna da ardere per cucinare)».
«L'obiettivo», aggiunge Casamassima, «designato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di energia sostenibile per tutti, e le dichiarazioni delle imprese, istituzioni e società civile presenti a RIO, circa la necessità di una partnership globale finalizzata a raggiungere entro il 2030 l’accesso universale a servizi energetici moderni, citrova assolutamente pronti e disponibili a fare la nostra parte».
Coopi, infatti, sta lavorando molto nel settore energetico: «Con un programma sperimentale co-finanziato dall’Unione Europea e in partnership con diverse aziende italiane nonché con il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, abbiamo cominciato a lavorare concretamente su progetti di “Energy facility” in Africa. In Etiopia, per esempio, dove il 90% delle popolazioni che abitano le zone rurali non ha alcun accesso all’elettricità e in Malawi, dove, nelle aree in cui lavoriamo, la percentuale della popolazione che ha accesso all' energia scende al 3%».
I progetti di Coopi sull'energia si sono meritati, lo scorso anno, il premio Good Energy Award 2013 per la categoria “PA & not-for-profit!". Il premio, ideato da Bernoni Grant Thornton, è il primo riconoscimento dedicato a tutte le imprese italiane che operano nel settore della sostenibilità energetica, giunge quest'anno alla quinta edizione. Il Good Energy Award, presentato a Milano nello spazio Florim è rivolto a società e organizzazioni operanti nel settore energetico o società e organizzazioni che, nel corso degli ultimi anni, abbiano attuato progetti, politiche e investimenti monitorabili, volti all’innovazione nel settore dell’energia.
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