Formazione

Sviluppo al telefono

Il Nobel a Yunus/ Come Graamen Bank investe sulle nuove tecnologie per i poveri. Ce lo ha spiegato Yunus in persona, il 19 marzo 2002, invitato a Milano da Vita

di Redazione

La gente guarda oggi alla Grameen Bank come a una delle banche commerciali alle quali è abituata, con la differenza che offre piccoli prestiti. Ma la Grameen Bank si fonda su una cornice ideale completamente differente rispetto alle banche normali. Le banche comuni si fondano su un diverso sistema di principi. Uno di questi principi è che più si ha, più si può avere. Di conseguenza si hanno persone che incrementano il loro patrimonio e altre che invece non riescono mai a beneficiare dei servizi della banca. Il principio fondamentale della Grameen Bank, invece, è che se uno non ha soldi godrà di maggiori attenzioni. Meno uno ha e più avrà possibilità di ottenere un prestito dalla nostra banca. Se uno non ha proprio niente, avrà la più alta priorità. Cambia proprio il punto di partenza: in uno si parte dal più ricco, nell?altro si parte dal più povero. In una banca comune si ignora come si possa fare un prestito con chi è privo di risorse. Nelle banche convenzionali devi convincere la banca che tu hai abbastanza esperienza, abbastanza idee e informazioni sul mercato per essere un uomo d?affari di successo. A queste condizioni, la banca può prestarti i soldi per curare i tuoi affari o espanderli. La gente mi chiede sempre com?è stato possibile realizzare questo tipo di banca, da cosa ho tratto ispirazione. È difficile rispondere a questa domanda, perché tutto è nato passo dopo passo. Ma siccome questa domanda me la fanno sempre, ovunque vada, ho individuato una risposta standard da dare: «Ho osservato quello che facevano le altre banche e ho cercato di fare esattamente l?opposto! Così, alla fine, siamo diventati la Grameen Bank». I leader del mondo parlano spesso di povertà e di finanza come strumento di riscatto. Che tipo di discorso sulla povertà può essere un discorso che non assicuri servizi degli istituti finanziari? Non si può parlare di far uscire la gente dalla povertà senza darle la possibilità di cambiare la sua stessa povertà. La povertà non può essere cambiata da qualcun altro. La povertà non è creata dai poveri, non è colpa loro, ma dalle istituzioni e in particolare dalle istituzioni finanziarie. Come puoi uscire dalla povertà se non hai accesso a quei 5, 10, 15 dollari in prestito per cambiare la tua vita? Non è questione di risorse, non è questione di tecnologia far uscire la gente dalla povertà. È semplicemente un problema di volontà, di attenzione, e può essere fatto. Immaginate quanti anni occorrerebbero per ridurre questo numero a zero. È possibile? Quello di cui abbiamo bisogno sono solo pochi semplici passi. Uno di questi passi è sicuramente il microcredito. Ricerche hanno dimostrato che un terzo dei clienti della Grameen Bank sono già usciti dalla povertà, i rimanenti due terzi lo stanno facendo passo dopo passo. La Grameen Bank ha la convinzione di fondo che ogni essere abbia enormi potenzialità e che molti semplicemente non abbiano la possibilità di esprimere tali potenzialità. Così, se possiamo aiutarli a far venir fuori queste potenzialità, non ci saranno ragioni per soffrire dell?umiliazione di essere un povero. Tutto quello che c?è bisogno è di far esprimere queste potenzialità che sono dentro le persone. I nostri piccoli prestiti sono una scusa, sono uno strumento utile a far sì che le potenzialità si esprimano. Ieri prima di avere quel piccolo prestito pensavi di non valer niente in questo mondo, di non aver nessuna capacità; ma quando vedi che sei capace di restituire quel dollaro che noi ti abbiamo prestato, allora vedi che invece sei qualcuno, che veramente vali qualcosa, puoi fare qualcosa e perseguire un po? di successo per te stesso e per la tua famiglia. Globalizzazione giusta Un altro esempio è il fatto che la Grameen Bank è entrata nel mercato della telecomunicazione. Siamo convinti che, come il microcredito, anche la tecnologia possa avere un grande impatto positivo sulla vita della gente povera. Così abbiamo creato una società che si chiama Grameen Phone, che è una società di telefonia cellulare. Perché i poveri dovrebbero avere dei telefoni cellulari? Noi vogliamo portare i cellulari nelle zone rurali e vogliamo rendere socie della banca le signore dei telefoni nei villaggi. Loro ricevono un telefono dalla Grameen Bank e poi cominciano a vendere il servizio telefonico all?interno di villaggi in cui nessuno ha mai avuto un telefono. Immaginate che business ne può scaturire. Oggi la Grameen Phone è una realtà che ha compiuto cinque anni e in tutto il Bangladesh abbiamo più di 12mila Telephone ladies che vendono servizi telefonici nei villaggi e conducono un business in crescita. In media guadagnano 15 dollari al mese. E chi è questa donna che ha cominciato con la Grameen Bank con un prestito di probabilmente 20 dollari e ora è una donna di affari di successo nel campo delle telecomunicazioni? Non aveva mai visto un telefono in vita sua, potrebbe non aver mai visto neanche l?elettricità in vita sua. Il suo primo telefono l?ha visto entrando nel progetto della Grameen Phone. La gente diceva che eravamo pazzi e che quella donna non avrebbe mai imparato come si usa un telefono, perché non aveva esperienza e non sapeva neanche contare. Prima di incominciare il progetto tornai da questa gente e dissi che questa donna, che pure era analfabeta, se capiva che con l?imparare a contare avrebbe potuto fare soldi, avrebbe imparato a contare molto in fretta. Se andate oggi in un villaggio del Bangladesh e incontrate una Telephone lady e parlate con lei di telefoni, vi sembrerà che sia nata con un telefono in mano. Saprà qualsiasi cosa sui telefoni, dentro e fuori, chiamate nazionali, chiamate internazionali, tariffe e orari. Perché quello è il suo business. In questo modo la Grameen Phone è diventata negli anni la più importante compagnia telefonica di tutto il Sud dell?Asia: India, Bangladesh, Pakistan, Nepal etc? La Grameen Phone stipula anche contratti per Internet, e quindi le nostre Telephone ladies diventeranno le Internet ladies, vendendo l?allacciamento nei villaggi. Il ragionamento che sto facendo è questo: se si può portare l?information technology alla gente povera, allora si possono portare anche molte altre cose. Si può incominciare a comprare e vendere cose attraverso Internet, si potranno portare i servizi sanitari e l?educazione. Così la Grameen Bank ha creato la Grameen Communication per portare i servizi Internet nei villaggi, così che i bambini e le famiglie dei villaggi possano connettersi tramite Internet con il resto del mondo e cambiare le proprie vite. Ciò che fa rimanere la gente povera è l?isolamento. È il mondo che si crea intorno ai poveri che fa rimanere la gente povera. Se si può far crollare questo muro, questa gente avrà la stessa forza e la stessa volontà di chiunque altro al mondo di cambiare la propria vita. Ho detto prima che la metà della popolazione mondiale non ha accesso ai servizi finanziari, immaginate che tutta la creatività che sta dentro a questa metà (3 miliardi di persone) non si può esprimere. Chi è dunque privato di questa creatività? Il mondo ne è privato. Se si riuscisse a far tesoro di questa creatività potenziale il mondo sarebbe migliore e più ricco. Così l?information technology e il microcredito creano una stupenda sinergia, non si può avere l?una senza l?altra. Non si può portare l?information technology ai poveri saltando il passo del microcredito, perché solo il microcredito crea la piattaforma sulla quale si possono portare servizi là dove prima non arrivava niente. Oggi si parla molto di globalizzazione. Che cos?è la globalizzazione nel contesto della gente povera? La globalizzazione è un processo che non si può fermare. Ma se i poveri non sono pronti, saranno spazzati via. Se invece saranno pronti, avendo un barca per cavalcare quest?onda riusciranno ad arrivare sulla cresta e riusciranno a cambiare la loro vita riuscendo a trarre vantaggi dalla globalizzazione. Il problema rilevante non è capire quello che la globalizzazione è o non è, il problema rilevante è capire qual è la globalizzazione giusta e qual è quella sbagliata. Noi dobbiamo cercare di creare la globalizzazione giusta. La vera sfida quindi è quella dell?information technology e quella di trarre vantaggi dalla globalizzazione.


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