Salute

Sveglia donatori, il fondo è senza fondi

Per il sesto round manca all’appello oltre un miliardo di euro. E trovare le risorse, ammette il direttore dell’organismo voluto dal G8 di Genova, diventa sempre più «un duro lavoro».

di Chiara Brusini

Immaginate di essere a capo di un grande organismo finanziario internazionale, che vive grazie ai contributi di poche decine di Stati donatori. La vostra prima preoccupazione sarebbe ovviamente quella di accertarvi che al momento di approvare le loro leggi finanziarie i grandi donors si ricordino di voi. Forse però, se foste sul punto di lasciare l?incarico, di questi ?particolari? vi preoccupereste molto meno? Chissà se si spiega in questo modo il fatto che Richard Feachem, direttore esecutivo del Fondo globale per la lotta ad Aids, malaria e tubercolosi, non abbia idea del fatto che l?Italia, uno dei grandi donatori del Fondo, non ha stanziato neanche un euro per contribuire al suo enorme fabbisogno. «Davvero nella vostra legge finanziaria non ci sono risorse per il Fondo? Be?, questo è senza dubbio un motivo di preoccupazione…» In febbraio il professor Feachem ha annunciato che tornerà al suo incarico di docente di Salute internazionale alla University of California. Rimarrà fino a marzo 2007 per consentire al board del Fondo di scegliere il suo successore. L?anno che ha davanti a sé si preannuncia però tutt?altro che interlocutorio: se il Fondo non recupera credibilità, visibilità e sostegno politico, rischia di essere ricordato come l?ennesima iniziativa troppo ambiziosa. Vita: Professore, il compito del Fondo è erogare finanziamenti, ma l?attuale situazione finanziaria fino a che punto glielo permette? Richard Feachem: Per raggiungere un equilibrio sostenibile tra flussi di risorse in entrata e flussi di finanziamenti in uscita avremmo bisogno di 8-9 miliardi di dollari all?anno. Oggi ne riceviamo tra i 2 e i 3: c?è molta strada da fare. Quest?anno per coprire il sesto round di finanziamenti – lanciato il 28 aprile dal nostro board – ci servono almeno 3 miliardi dollari, e le promesse dei donatori arrivano a meno di 2. Abbiamo un buco di un miliardo, e dobbiamo trovarlo entro novembre, quando i finanziamenti dovranno essere approvati. Vita: È ottimista? Feachem: Sarà ?a tough job?, un duro lavoro. Purtroppo diventa ogni anno più difficile ottenere il grande ammontare di risorse addizionali di cui abbiamo bisogno. Sul fronte dei paesi donatori c?è molto da fare: non solo i loro contributi annuali devono aumentare ma devono soprattutto diventare più prevedibili. L?ideale sarebbe arrivare a impegni con un orizzonte temporale lungo, fino a 10 anni. Nel frattempo si sta aprendo il fronte dei nuovi donatori, ad esempio i paesi produttori di petrolio, con i quali abbiamo preso contatti e che speriamo inizino fin dai prossimi mesi a dare il loro contributo. Per quanto riguarda l?Italia? fortunatamente siamo in buone relazioni con mr. Prodi, con cui abbiamo lavorato fianco a fianco quando era presidente della Commissione europea. Ora potremo lavorare di nuovo con lui, che è consapevole dell?importanza del Fondo e dell?aiuto allo sviluppo. Ci adopereremo per far sì che il vostro paese versi l?intero ammontare che ha promesso. Vita: Vista la difficoltà di ottenere nuovi fondi dal settore pubblico, state puntando sul coinvolgimento dei privati? Feachem: Il contributo del settore privato al Fondo è di quattro tipi: donazioni cash, prodotti e servizi concessi ?pro bono?, attività di collaborazione con i beneficiari del Fondo all?interno dei paesi che ricevono i nostri finanziamenti e governance del Fondo (il settore privato ha un seggio nel board). Delle ultime tre aree ci riteniamo soddisfatti, ma la prima, quella dei contributi cash, rappresenta un problema: imprese, fondazioni e privati hanno finora donato molto poco. La sfida consiste nel rendere le loro donazioni contemporaneamente ingenti, sostenibili e addizionali rispetto alle donazioni già esistenti, perché non vogliamo sottrarre fondi ad altre iniziative. Per rispondere a questa sfida c?era bisogno di un?idea innovativa e originale. L?iniziativa Red, presentata a gennaio da Bono, risponde a tutte queste caratteristiche: quattro grandi corporations (American Express, Gap, Converse e Giorgio Armani) hanno accettato di devolvere al Fondo una percentuale dei ricavi ottenuti dalla vendita di alcuni loro prodotti commercializzati con il brand Red. Il 15 maggio ha fatto il suo ingresso un nuovo gruppo (Motorola, ndr), e il 16 anche l?Independent è ?diventato rosso?, cioè è uscito con un inserto sulla campagna Red e l?ha adottata impegnandosi a pubblicare regolarmente informazioni sull?iniziativa. La campagna Red è potenzialmente vasta, sostenibile e non sottrae risorse ad altre buone cause. Ci abbiamo lavorato molto e ci aspettiamo un ritorno significativo. Vita: Quindi quel miliardo di dollari potrebbe arrivare dai proventi di questa iniziativa? Feachem: Purtroppo la campagna non entrerà a regime in tempo per riuscire a finanziare questo round. Ma abbiamo intenzione di lavorare insieme alle ong americane ed europee per sollevare in maniera vigorosa il problema nei confronti dei governi europei e nord americani e di quello giapponese, in modo da trovare un significativo ammontare di fondi extra per il 2006. Vita: L?anno scorso, in un?intervista a Vita, lei affermò che un?altra fondamentale fonte di finanziamento avrebbe potuto essere l?International Finance Facility, lo strumento finanziario proposto da Gordon Brown per aiutare i pvs a raggiungere i Millennium Goals. Ad oggi esiste un Iff for Immunization, i cui proventi vanno interamente agli organismi che si occupano di vaccinazioni, mentre per quanto riguarda l?Iff ?globale? siamo ancora alla fase teorica? Feachem: I meccanismi finanziari alternativi rappresentano l?ambito più promettente sul fronte del contributo del settore pubblico. Tra questi c?è la?air levy?, la tassa sui biglietti aerei, che la Francia si appresta a lanciare in luglio e già dal primo anno dovrebbe generare almeno 200 milioni di dollari, un buon inizio. Poi c?è l?Iff. L?Iff for Immunization può essere considerato una prova pilota, un test di fattibilità in previsione dell?Iff globale, sul cui disegno il team di Gordon Brown sta ancora lavorando in modo da lanciarlo al più tardi nel 2007. La proposta di Brown è stata molto controversa, poi ha guadagnato credibilità e ora, se l?Iff per i vaccini si rivelerà efficiente e pratico, assisteremo alla nascita del ?big Iff?. Questo farebbe davvero la differenza per il Fondo globale, ma non è detto che ci arriveremo. Certo è che ne abbiamo davvero bisogno, non solo per il Fondo globale ma soprattutto nella prospettiva più ampia del raggiungimento dei Millennium Development Goals. Vita: A luglio i G8 si riuniscono a San Pietroburgo: si aspetta un rinnovo del loro impegno nei confronti del Fondo globale? Feachem: Certamente: spero che nel corso di tutti i prossimi appuntamenti, a partire dalla sessione speciale dell?Assemblea generale dell?Onu sull?Hiv, il 31 maggio, fino alla nostra conferenza infra annuale di rifinanziamento a Durban e al Summit dei G8, aumenti la consapevolezza riguardo alle necessità finanziarie del Fondo ed emergano nuovi impegni da parte dei donatori. Se in più altri paesi, oltre alla Francia, adottassero l?imposta sui biglietti aerei, sarebbe un?ottima cosa. Il sito del Fondo globale per la lotta all?Aids, alla tubercolosi e alla malaria: www.theglobalfund.org La versione italiana: www.theglobalfund.org/it


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