Volontariato

Sussidiarietà. Tremonti e Salvati a confronto

Il vicepremier e l'economista all'incontro organizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà moderato da Vittadini: Tremonti ha rilanciato l'8 x mille al non profit

di Ettore Colombo

L?Italia può e deve uscire dalla crisi in cui versa. Pur da opposti schieramenti, Giulio Tremonti e Michele Salvati non solo convengono sull?esistenza di vie d?uscita al rischio di declino del Paese, ma per alcuni aspetti ne condividono i singoli percorsi e i mali che le hanno rese necessarie. Il convegno della Fondazione per la Sussidiarietà, tenutosi questo pomeriggio nell?aula magna dell?università Statale di Milano e inequivocabilmente intitolato Ce la faremo? Tra precoce declino e rinnovato sviluppo, ha messo a confronto il vicepremier azzurro e l?accademico ulivista in un clima bipartisan che il presidente della Fondazione Giorgio Vittadini, organizzatore e moderatore, ha definito da ?bicamerale dell?economia?. L?introduzione di Alberto Quadrio Curzio, preside della facoltà di Scienze Politiche alla Cattolica, ha posto le basi del dibattito, fotografando l?attuale sistema produttivo italiano, i punti di sofferenza che lo caratterizzano (?Crollo della produttività dei fattori?; ?Scarso investimento in ricerca, innovazione e formazione?) e il modello delle tre ?S? da incentivare come soluzione ai tanti problemi: Sussidiarietà, Solidarietà, Sviluppo. Spunti che hanno stuzzicato Salvati e Tremonti; il primo spingendolo a riconoscere che le cause della crisi hanno radici lontane (?Non si additino responsabilità ai recenti governi?) e a sconsigliare chi siede nell?esecutivo dal proporre ?soluzioni miracolistiche a breve termine: si perseguano strade poco tortuose e dall?esito certo?; il secondo a rispolverare una proposta già lanciata in passato: ?Ci vuole un 8 per mille per il volontariato, per il no profit e per la ricerca: una proposta che non è né di destra né di sinistra ma che guarda avanti?. Il confronto ha inevitabilmente abbracciato l?andamento economico di tutto il continente e il percorso dell?Europa per divenire soggetto politico a voce unica. Salvati non ha risparmiato critiche: ?Abbiamo una politica monetaria comune ma non una comune politica fiscale. Il potere è ancora nelle mani dei singoli stati?. Tremonti ha indicato nel ?cambio della moneta? una delle cause di un?economia italiana ed europea arrancante: ?Il passaggio all?euro è stato giusto ma fatto nel momento sbagliato: giusto per le grandi società e per il bilancio pubblico. Ne è derivata però la distruzione della capacità di calcolo nei singoli individui?. Possibili correzioni? Bocciata quella del sistema di controlli: ?Non esiste più dai tempi di Vespasiano?. Un?alternativa, praticabile forse ancora oggi, è la ?doppia circolazione: il vecchio conio potrebbe restare in vigore per i piccoli scambi?. Argomentazioni concrete che, secondo Vittadini, rischiano di finire risucchiate nella ?rissa politica permanente? che accompagna il nostro Paese da troppo tempo. Anche in questo caso le vie d?uscita non mancano. Per Salvati stanno ?nel combattere per la parte meno demonizzante del proprio schieramento?; per Tremonti ?i segnali che il tono del dibattito politico sta diventando più civile già esistono. Questo convegno ? ha concluso ? ne è una dimostrazione?.


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