Cultura

Sussidi perversi: ecco come aiutiamo gli inquinatori

Ogni anno i contribuenti di tutto il mondo pagano intorno ai 700 miliardi di dollari per sostenere attività distruttive per l’ambiente: parla il fondatore del World Watch Institute

di Redazione

di Lester R. Brown * Ogni anno i contribuenti di tutto il mondo pagano intorno ai 700 miliardi di dollari per sostenere attività distruttive per l?ambiente, quali l?utilizzo dei combustibili fossili, lo sfruttamento incontrollato delle falde acquifere, la deforestazione e il depauperamento delle risorse ittiche. L?Earth Council ha condotto uno studio sul finanziamento dello sviluppo contro l?ambiente: la stessa industria dei combustibili fossili continua a ricevere dai contribuenti sussidi per un valore di 210 milioni di dollari l?anno. L?Iran è un esempio: vende internamente il petrolio ad un prezzo corrispondente ad un decimo di quello mondiale. Secondo la Banca mondiale se questo finanziamento annuale di 3,6 miliardi di dollari fosse eliminato, l?emissione di anidride carbonica verrebbe ridotta del 49%. L?Iran non è l?unico caso. La World Bank nota che togliendo i sussidi per l?uso dell?energia, il Venezuela ridurrebbe del 26% le emissioni di anidride carbonica, la Russia del 27, l?India del 14 e l?Indonesia dell?11%. Mentre alcuni Paesi industrializzati quali Belgio, Francia, Germania, Giappone hanno ridotto i sussidi all?industria dei combustibili fossili – specialmente il carbone, il combustibile più dannoso al clima in assoluto – gli Stati Uniti hanno aumentato il loro supporto economico per l?industria nucleare e dell?estrazione del carbone. Lo studio Green Scissors Report sostenuto da una coalizione di gruppi ambientalisti ha calcolato che i sussidi all?industria del petrolio e del gas hanno ricevuto in tutto 26 miliardi, 3 per il carbone e 4 per l?industria nucleare. Lobbisti all?opera Un mondo minacciato dalla prospettiva dei cambiamenti climatici non può più giustificare l?incremento dell?uso di petrolio e carbone. I finanziamenti all?industria fossile appartengono ad un?epoca passata, quando lo sviluppo dell?industria carbonifera e petrolifera erano necessarie allo sviluppo dell?economia e non rappresentavano ancora una minaccia. Negli Stati Uniti, i lobbisti più forti sono quelli delle aziende di petrolio e gas. Tra il 1990 e il 2004 son riusciti ad accumulare 181 milioni di dollari in contributi per le loro campagne per proteggere deduzioni fiscali ad hoc dal valore miliardario. Donald Lubick, assistente alla segreteria del Tesoro per la politica tributaria, nel 1999 di fronte al comitato dell?House Ways and Means, testimoniò come le aziende che producevano gas e petrolio ricevevano sgravi fiscali di gran lunga maggiori rispetto a quelli destinati a tutte le altre industrie. Ciò mostra quanto il sistema nordamericano sia corrotto, in particolare l?abilità di coloro che tramite le proprie risorse economiche riescono a plasmare l?economia a loro piacimento. Operazione pozzi sicuri Ancora più incredibile è la spesa annuale delle forze militari Usa per proteggere i pozzi petroliferi in Medio Oriente. Queste spese sono state calcolate dagli analisti della Rand Corporation: prima della guerra in Iraq erano tra i 30 e i 60 miliardi di dollari, per un ricavo – grazie ai pozzi – di 20. Uno dei punti evidenti di questi finanziamenti è che offrono una serie di sgravi fiscali che avrebbero potuto essere indirizzati alla produzione di energia pulita, usando sole, vento, acqua ed energia geotermica. Sovvenzionare l?industria dei combustibili fossili vuol dire incoraggiare la siccità, lo scioglimento dei ghiacci, l?alzamento del livello del mare, ed eventi atmosferici distruttivi. Forse è arrivato il momento in cui i contribuenti del mondo comincino a chiedersi se questo è il modo in cui vogliono che i loro soldi vengano investiti. * fondatore del Worldwatch Institute presidente dell?Earth Policy Institute Info: l?articolo completo (in inglese) su www.earthpolicy.org traduzione di Nilla D?Andrea

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.