Cultura

Sussidarietà. Un testo trasversale. Meeting, prove di riformismo

L’intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà ha messo a punto un documento che siamo in grado d’anticipare. Cinque punti per far uscire dalla crisi il nostro Paese...

di Ettore Colombo

Si sono messi al lavoro due anni e mezzo fa, a inizio legislatura, e ora che sono arrivati a metà cammino hanno deciso di fare un primo bilancio del lavoro. Bilancio che hanno deciso di tracciare, non a caso, al Meeting di Rimini grazie alla presentazione dell?Intergruppo Sussidiarietà in un incontro dal titolo Politica per il popolo, politica del popolo. Vita è in grado di anticipare le linee portanti del documento, grazie ai buoni uffici di Maurizio Lupi, di Forza Italia, che dell?Intergruppo è una delle anime con i deputati della Margherita, Letta e Realacci: una lobby bipartisan cui aderiscono 250 tra deputati e senatori con l?eccezione di Pdci e Prc. Un sistema politico moderno, bipolare e adulto, non può rinunciare alla condivisione su alcune priorità per il bene del Paese. Muove da questa premessa il documento che l?Intergruppo ha elaborato per definire una ?piattaforma comune? su cui le parti politiche possano confrontarsi all?insegna di un «bipolarismo maturo, fatto di alternanza e di condivisione allo stesso tempo». Firmatari del testo sono i deputati Maurizio Lupi, Luigi Casero, Angelino Alfano, Gianfranco Blasi (tutti di Forza Italia), Realacci e Letta (Margherita), Pierluigi Bersani (Ds), Luca Volonté (Udc) nonché la senatrice Grazia Sestini (Forza Italia), sottosegretario per il Welfare. L?elenco delle priorità condivise è stato sottoscritto anche da Vannino Chiti, coordinatore della segreteria nazionale Ds, che tiene a ricordare che «è stato un nostro senatore, D?Alia, a presentare un emendamento che mira a inserire il concetto stesso di sussidiarietà nella nuova riforma costituzionale». Cinque capisaldi La piattaforma verte su cinque punti: Capitale umano ricchezza del Paese; Meno finanza più economia reale; Sussidiarietà orizzontale per un rapporto nuovo tra Stato-impresa-persona; Sussidiarietà verticale dal piccolo comune fino a Bruxelles; Lotta alle rendite. «Punti», viene sottolineato nel documento, «su cui è necessario impegnarsi indipendentemente da logiche di schieramento». Le questioni evidenziate indicano la possibilità di costruire una nuova sensibilità politica, trasversale ma non confusa, e una nuova classe dirigente in grado di recepirla. Il primo punto è un forte richiamo al valore economico del tessuto industriale delle piccole e medie imprese italiane e al valore irrinunciabile dell?innovazione tecnologica che potrà rendere queste realtà produttive davvero competitive sul mercato internazionale. Fondamentale poi una profonda riforma del mercato dei capitali che, attraverso l?imposizione di una maggiore trasparenza, rilanci il primato dell?economia reale su quello della pura finanza. «La crisi che ha colpito il capitalismo italiano», è scritto, «è anche il sintomo di una confusione di ruoli che ha riguardato soprattutto il rapporto tra banche, imprese e risparmiatori. Occorrono norme che riequilibrino il sistema verso l?economia reale, mettano una finanza trasparente a servizio della produzione, dell?impresa e del lavoro». La welfare society La riforma dei meccanismi economici deve avvenire perciò in un contesto in cui siano rivisti in senso sempre meno restrittivo e prevaricante i rapporti tra Stato e società civile. «Il popolo italiano – si precisa – vive della creatività di persone, famiglie, associazioni e imprese: vive di sussidiarietà. Per questo è importante delineare i rapporti tra soggetti pubblici, sociali, economici e la persona, in modo tale che tra Stato, società e mercato ci sia valorizzazione e non prevaricazione. Questo significa percorrere tutti i ponti che legano il welfare state alla welfare society valorizzando il protagonismo della persona e delle organizzazioni sociali. Per questo abbiamo lavorato, ad esempio, per l?approvazione di una legge sul privato sociale». A fianco di quella che viene definita sussidiarietà orizzontale si deve sviluppare la sussidiarietà verticale, cioè il rapporto tra le istituzioni territoriali. Tutta questa nuova architettura sociale ed economica potrà trovare concreta realizzazione soltanto se ci sarà una lotta serrata contro tutte le sacche di privilegio. «Occorre combattere il ?partito della rendita? a tutti i livelli – si sostiene-: il parassitismo, il privilegio, i monopoli, le corporazioni, l?assalto alle risorse pubbliche. Bisogna incoraggiare chi si muove, chi bussa alla porta e non chi la tiene chiusa, con quadri normativi appropriati e con meccanismi che stimolino il protagonismo, la partecipazione, l?assunzione di responsabilità, la cooperazione, la mutualità, le libere scelte nei percorsi di vita, lavoro e impresa».


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