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Superbonus, la proroga penalizza l’abitare popolare e accessibile
Con le ultime modifiche premiate villette e seconde case. «Assurdo che ci si dimentichi di soggetti che da oltre un secolo operano nel sociale consentendo di avere una casa a cittadini con redditi popolari, riconoscendo invece a chi non ne ha bisogno - certamente in questi termini così generosi - vantaggi gratuiti che pesano sulla fiscalità generale», così Alessandro Maggioni, presidente settore Abitazione dell'Alleanza delle Cooperative
di Redazione
Con le ultime modifiche alla Legge di Bilancio per il 2022 approvate dalla Commissione Bilancio del Senato vengono premiate le villette e le seconde case mentre si penalizzano le Cooperative di abitanti e gli ex Iacp. Il Superbonus con il credito d’imposta al 110% viene esteso anche ai lavori di efficientamento energetico delle villette unifamiliari e – sottolinea una nota dell'Alleanza delle Cooperative italiane – addirittura alle seconde case, con la rimozione del tetto Isee dei 25mila euro e con il solo vincolo di effettuare almeno il 30% dei lavori entro il 30 giugno 2022.
Al contrario, gli interventi realizzati dalle Cooperative di abitazione a proprietà indivisa, che gestiscono patrimoni di migliaia di soci che hanno la casa in godimento, potranno accedere al Superbonus soltanto fino al 31 dicembre 2023, a condizione che abbiano effettuato almeno il 60% dei lavori al 30 giugno 2023!
Stessa limitazione anche per gli ex Iacp che, come le Cooperative, si vedono limitare il bonus al 31 dicembre 2023. Una vera ingiustizia – continua la nota – ove si consideri che tutti gli altri soggetti ammessi al bonus fiscale potranno usufruirne fino al 2025!
«È a dir poco assurdo» afferma il presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane del Settore Abitazione Alessandro Maggioni, a nome di Confcooperative Habitat, Legacoop Abitanti e Agci Abitazione «che ci si dimentichi di soggetti che da oltre un secolo operano nel sociale consentendo di avere una casa a cittadini con redditi popolari, riconoscendo invece a chi non ne ha bisogno – certamente in questi termini così generosi – vantaggi gratuiti che pesano sulla fiscalità generale, perpetuando un processo di iniquità generatore di disuguaglianza. Disuguaglianza che è la vera nemica di una società compiutamente democratica».
«Inoltre, risulta ancora una volta incomprensibile come il nostro Paese sia totalmente disallineato dal resto di Europa nel riconoscere il potenziale impatto della riqualificazione del patrimonio abitativo sociale cooperativo» aggiunge Rossana Zaccaria, della presidenza dell’Alleanza Cooperative Settore Abitazione: «interi edifici, pezzi di quartieri. Come nella scorsa legge di bilancio subiamo una discriminazione che costituisce un danno anche e soprattutto per gli obiettivi ambientali e sociali che l’Italia deve raggiungere».
In apertura photo by Jossuha Théophile on Unsplash
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