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SUMATRA. Le ong di Agire contrastano l’emergenza

E' passata una settimana dal terremoto sull'isola indonesiana, che ha causato almeno 3mila morti e danneggiato 100mila abitazioni. La rete di cooperazione internazionale cerca di garantire le condizioni minime di vivibilità agli abitanti

di Daniele Biella

A poco più di una settimana dalla prima scossa di terremoto nell’isola di Sumatra, cominciano a delinearsi le dimensioni dell’emergenza in termini di numero di vittime, comunità colpite, danni alle strutture e alle attività produttive. Secondo informazioni fornite dall’Ufficio per il Coordinamento delle Attività Umanitarie delle Nazioni Unite (OCHA), nella sola Padang tra l’80 e il 90% degli uffici governativi regionali e provinciali sono gravemente compromessi , mentre le case danneggiate sono oltre 100 mila. Il 70% della rete di distribuzione idrica è stato colpito e le forniture d’acqua sono quindi difficoltose, quando non impossibili, per oltre il 60% della popolazione.

Più difficile un bilancio chiaro delle vittime: se le stime governative si sono assestate sui 704 morti, Aron Cristellotti, rappresentante di Terre des Hommes in Indonesia, avverte: “sono ancora tanti i villaggi non raggiunti dai soccorritori quindi qualunque stima sui danni e sulle vittime non può che essere provvisoria. Non c’è accordo nemmeno sul numero dei dispersi ma a distanza di quasi una settimana è purtroppo chiaro che pochissimi di loro saranno ritrovati vivi”. E infatti il rappresentante del Comitato Internazionale della Croce Rossa a Padang, Bob Mckerrow, azzarda già che le vittime siano oltre 3 mila e 450 mila i feriti.

A Padang e nelle zone limitrofe sono attive – con operatori nazionali o internazionali – sette organizzazioni non governative aderenti al network AGIRE– Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze. ActionAid, CESVI, GVC,Intersos, Terre des Hommes, Save the Children e VIS. L ong sono attualmente impegnate in operazioni di analisi dei bisogni e prima assistenza. Ma nei prossimi giorni il loro lavoro sarà ancora più complesso.
“Una volta terminata la ricerca delle vittime e dei superstiti inizia una delle fasi più critiche che le comunità coinvolte e le organizzazioni umanitarie devono affrontare”, dice Marco Rotelli di Intersos da Padang. “Siamo ancora in piena emergenza ma l’obiettivo diventa progressivamente quello di fornire e poi garantire le condizioni adeguate alle comunità colpite affinché possano affrontare con maggior serenità le notevoli difficoltà che il processo di normalizzazione e ricostruzione inevitabilmente comportano dopo un evento simile”.


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