Sostenibilità

Sullo stretto di Messina in difesa del popolo migratore

Anche quest’anno il WWF e l’Associazione mediterranea per la natura organizzano il campo di studio e sorveglianza dei rapaci in migrazione sullo Stretto di Messina

di Redazione

Anche quest?anno il WWF e l?Associazione mediterranea per la natura organizzano il campo di studio e sorveglianza dei rapaci in migrazione sullo Stretto di Messina, dal 14 aprile al 20 maggio. Un?occasione per assistere a uno dei fenomeni più affascinanti del regno animale nella rotta migratoria più importante d?Europa. Decine di migliaia di rapaci di ben 38 specie diverse, si concentreranno sui Monti Peloritani per attraversare quello che per molti di loro è l?ultimo braccio di mare, da sempre ambiente ostile. Il gregario Falco pecchiaiolo, che si concentra anche con migliaia di individui in un giorno, le eleganti Albanelle (reale, minore, pallida), il Falco di palude, il Nibbio bruno, il raro Falco della regina che nidifica solo nel mar Mediterraneo, il bellissimo Falco cuculo, il minacciato Grillaio, l?agile Lodolaio, il sempre più raro Capovaccaio e molte altre specie, giungono su questi monti. Hanno fretta di giungere nei territori di nidificazione per riprodursi, per conquistare il posto migliore per garantire la sopravvivenza alla prole, e affrontano lo Stretto anche con venti fortissimi, o sotto la pioggia, spesso fanno volo cieco nelle nuvole, nella nebbia: prendono le correnti ascensionali, per risparmiare preziosa energia ed entrano nella coltre invisibile che spesso ricopre la dorsale dei monti e volano senza vedere nulla anche per chilometri. Qui, su questi splendidi monti, li aspettavano i bracconieri, per ucciderli e farne inutili trofei. Dal 1984 i presidi degli ambientalisti hanno raggiunto importanti risultati: dai 1.200 spari del 1984 contro 3.200 rapaci, siamo passati ai 35 spari e 35mila rapaci del 2000, ai 3 spari e 31mila rapaci del 2006.

Per iscrizioni al campo: a.giordano@wwf.it

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