Cultura

Sulla tv kenyana i profughi sono europei

Mentre in Italia si discute di Mission la tv africana immagina, con la serie “Usoni”, il mondo al contrario, in cui siamo noi occidentali a cercare la salvezza in Africa

di Redazione

Mentre crescono le polemiche sul programma Mission, di prossima uscita, e cala il silenzio sulla tragedia di Lampedusa, una serie tv kenyota nella sua puntata pilota, immagina il mondo al contrario in cui sono gli europei che cercano la salvezza in Africa. Partendo proprio da quella Lampedusa che è oggi la salvezza per alcuni e la morte per molti altri.

Nell’Europa del 2063, devastata da disastri naturali, il sole non si vede più e tutto è buio, sepolto da una coltre di fumo nero e denso; Ulissyes e la sua compagna cercano una via di fuga verso l’unica terra che sembra poterli accogliere: l’Africa.

Unico luogo sul pianeta in cui il sole sorge ancora, la chiamano L’Oasi, e per raggiungerla i migranti europei devono affrontare un viaggio pieno di pericoli, ostacoli e sofferenza, attraverso il mare. Quello stesso mare che oggi vede barconi rovesciarsi nella direzione opposta. L’avventura di Ulysses e dei suoi compagni inizia infatti proprio da Lampedusa, dove chi vuole partire si scontra con le barriere militari che controllano il passaggio verso la salvezza.

Come clandestini, trovano allora un modo per andare verso l’Oasi. Il prezzo da pagare? Una tanica d’acqua per lo scafista che li trasporta. Alla fine del viaggio, il viso di una donna illuminato dal sole e le ciglia piene della sabbia di una nuova terra. Creata da Marc Rigaudis e diretta da Cherie Lindiwe, Usoni è per ora solo una puntata pilota, presentata il 27 novembre nell’auditorium di Usiu a Nairobi. La sfida, spiega il produttore Denver Ochieng, è dimostrare come anche in Kenya sia possibile una produzione di alta qualità. Il trailer ufficiale della serie è stato lanciato su Facebook alla fine di ottobre e ha raggiunto più di 6000 visualizzazioni.

da volontariperlosviluppo.it
 

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