Politica
SullArno nessuno sia straniero
Parla il vicepresidente Angelo Passaleva (di Carmen Morrone e Benedetta Verrini).
Regione ?rossa? per eccellenza, dove la cultura dell?accoglienza e del volontariato hanno fatto scuola (Anpas e Misericordie in primis), la Toscana si propone un po? come ?prima della classe? per sistema di welfare. Senza nascondersi però le fragilità e le esigenze di alcuni settori della popolazione, come le famiglie che vivono sotto la soglia di povertà o non hanno accesso al credito, i 70mila disabili, la numerosa (più alta della media italiana) quota di immigrati.
Ed è proprio con una legge regionale sull?immigrazione, di cui è firmatario, che Angelo Passaleva intende concludere il suo mandato di vicepresidente con delega alle Politiche sociali: «Si tratta di una norma che sottolinea la partecipazione civica», spiega. «Oltre alla possibilità di essere eletti nei consigli circoscrizionali, è prevista la partecipazione alla consulta regionale dell?immigrazione. E l?accesso al servizio civile, in regione o addirittura nel Paese d?origine. Questo per diffondere il senso del volontariato anche tra loro».
Vita: Per una legge che ci sarà, una che già esiste. Ancora fresca di approvazione è la legge regionale sul welfare. Cosa prevede?
Angelo Passaleva: è una norma non di dettaglio, per rispetto del nuovo titolo V della Costituzione, che lascia molta autonomia agli enti locali. Gestione e programmazione avvengono in base alle 34 zone-distretto. La competenza è affidata alla Conferenza dei sindaci che agiscono con il supporto di una segreteria tecnica di zona.
Vita: La Regione ha però innestato novità e sperimentazioni, come le società della salute.
Passaleva: Sì. Si tratta di società che si formano tra i Comuni e le Asl per la programmazione dei servizi sanitari nel territorio. Nella legge si chiede la sperimentazione di questo rapporto nelle 18 zone-distretto in cui il piano di zona è sanitario. Nelle altre c?è l?invito ad avviare un piano integrato di salute. Tra le altre novità, la ?cittadinanza sociale?, che dà diritto ai servizi per le donne immigrate in gravidanza e per tutti i minori. Inoltre, l?istituzione del servizio sociale professionale e del segretariato sociale. Ma al di là della struttura, mi piace sottolineare lo spirito di questa nuova legge.
Vita: Cioè?
Passaleva: Per ogni persona che si rivolge al servizio di cittadinanza sociale deve esserci un piano personalizzato che sarà seguito da una singola persona e dove può essere previsto l?inserimento del volontariato. In rilievo ci sono la dignità della persona e la condivisione del percorso con i soggetti sociali come la famiglia, le associazioni di familiari e il terzo settore.
Vita: E quali sono gli strumenti per questa condivisione?
Passaleva: Le Conferenze istruttorie, ad esempio, che vedono la presenza di tutto il terzo settore, sindacati e forze economiche e produttive, dove si raccolgono istanze. La cittadinanza sociale poi si svolge su tre piani: analisi del territorio e bisogni, una fase di confronto e infine il monitoraggio per verificare soluzioni e nuove necessità. Per far crescere il senso di appartenenza, coesione e cittadinanza. Poiché se è vero che la responsabilità politica è degli amministratori e i cittadini delegano, questi non devono limitarsi a osservare.
Vita: L?anno scorso la Regione ha speso per il welfare 150 milioni di euro. Il 50% dei quali proveniente dalla quota nazionale. Il riparto del nuovo piano sociale non è passato e resta in vigore quello 2003-2004…
Passaleva: Sì, il trasferimento ai Comuni è rimasto uguale all?anno scorso. Alcune iniziative regionali sono state tagliate e altre sospese, come il reddito minimo di inserimento.
Vita: La Toscana arriva alle elezioni con uno Statuto. Quanto spazio c?è per le componenti della società civile?
Passaleva: Molto, perché tutte le componenti della società sono chiamate a una concreta partecipazione e gestione.
Carmen Morrone
Benedetta Verrini
Info:
La regione in numeri.
Tante coop e onp
Oltre 3 milioni e mezzo di abitanti (il 10% nel capoluogo, Firenze), la Toscana è la seconda regione per livello di benessere (anche se nel 2002 l?Istat ha censito 223 mila persone, il 6,3% di tutti i toscani, sotto la soglia di povertà relativa). Tra i suoi ?numeri? ci sono 4.000 realtà cooperative (il 16,4% sociali, sanitarie, educative), oltre 2.400 associazioni di volontariato. Il piano di investimenti per il sociale 2003-05 ha previsto uno stanziamento di 91milioni di euro.
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