Cultura

Sul Tetto del mondo con una sola gamba

A 30 anni fu amputato sotto il ginocchio, a 49 ha scalato la montagna più alta. Grazie a una protesi super tecnologica.

di Roberto Copello

cima dell?Everest ?facendo uso di mezzi artificiali?, e che quindi la sua scalata non è stata compiuta by fair means, ?con mezzi leali?. Peccato però che il ?mezzo artificiale? utilizzato da Tom sia una protesi che sostituisce la parte mancante della gamba destra, amputata sotto il ginocchio. Una protesi ultra tecnologica, pensata per addentare il ghiaccio e la roccia, d?accordo, ma comunque un pezzo di metallo che lo obbliga, dice lui, «a fare il 30-40 per cento di fatica in più rispetto agli scalatori che hanno entrambe le gambe». Ma l?insegnante americano Tom Whittaker è di origine gallese, e dunque di testa dura: a 49 anni – quando gli alpinisti di punta hanno già appeso gli scarponi al chiodo – è il primo disabile a raggiungere la vetta più alta del mondo. Per lui era diventato un chiodo fisso, da quel giorno del 1979 in cui un?auto l?aveva scaraventato fuori strada. Tom per cinque giorni aveva lottato con la morte, poi il suo fisico atletico aveva prevalso. Ma la gamba non c?era più. Figlio di un ufficiale britannico, laureato in Pedagogia a Londra, Tom è un innamorato degli sport nella natura: vela, alpinismo, kayak, sci. In America arriva guidando una barca a vela, ma quando vede i boschi ghiacciati dell?Alaska e gli strapiombi assolati di Yosemite, decide di restare: farà la guida alpina. Così comincia una nuova attività, interrotta a soli trent?anni dall?incidente. Con quella serie di fratture multiple a entrambe le gambe e l?amputazione della destra, chiunque potrebbe lasciarsi prendere dallo sconforto. Ma Tom trasforma la disgrazia in stimolo per costruire qualcosa di buono. Dopo un?altra laurea all?Università dell?Idaho, fonda il Cooperative Wilderness Handicapped Outdoor Group (C.W.Hog), qualcosa come ?Gruppo per l?attività degli handicappati all?aperto e nella natura selvaggia?. Cittadino americano dal 1986, diventa professore di ?educazione all?avventura? nel Prescott College, in Arizona, dove si inventa il primo programma per formare insegnanti di sci, di alpinismo, persino di speleologia. Non c?è limite al dinamismo di Tom: produce film di avventura, uno dei quali interpretato da Robert Redford; aziende di abbigliamento sportivo lo scelgono come testimonial e sponsorizzano le sue spedizioni; gira il mondo per raccontare le sue esperienze; Newsweek lo addita come uno degli ?eroi d?America?. Insomma, i suoi programmi sportivi diventano un punto di riferimento per milioni di disabili, cui restituiscono speranza, coraggio, fiducia in se stessi, voglia di socializzare. E poi l?idea di salire in vetta all?Everest: è la sua versione del ?Sogno americano?. Ma Everest Challenge, più di una sfida impossibile, vuol essere un modello di cambiamento possibile. Nel 1989 Whittaker ci prova ma il tempo è infame. Sette alpinisti hanno già lasciato la vita sulla montagna quando Tom e un compagno si trovano a lottare nella tormenta: raggiungono il campo 1 solo per scoprire che la tenda è sepolta sotto la neve. Solo dopo sedici ore riescono a scendere al campo base, esausti. La montagna si è inghiottita tutte le attrezzature, compreso il piede artificiale di Tom. Ma lui non si preoccupa: al campo base ne ha uno di riserva… Nel 1995, al secondo tentativo, Whittaker diventa il primo disabile che sale sopra gli ottomila metri. Ma al momento del balzo finale verso la vetta deve rinunciare: ha finito l?ossigeno. E quest?anno Tom ci riprova: prima guida fino al campo base dell?Everest un trekking di disabili (due cerebrolesi, due amputati, un paraplegico e un giovane che soffre di degenerazione del midollo). Poi con alcuni compagni normodotati e quattro sherpa nepalesi dà l?attacco alla vetta. E siccome la spedizione vuol essere un esempio, le sue tappe vengono raccontate in diretta su Internet a un sito (www.everestonline.com) cui ogni giorno si collegano 500 scuole americane, seguendo il diario della spedizione trasmesso da Eric Howard, l??addetto stampa? del gruppo. Eccone alcuni stralci: 11 maggio: «Gli escursionisti avvicinano il nostro gruppo, incuriositi. Alcuni hanno un amico diventato disabile e promettono che lo incoraggeranno a partecipare a programmi come quelli di C.W.Hog: è fantastico vedere come cambiamo la vita della gente, per non parlare delle nostre. Tom e gli altri intanto sono partiti per la vetta». 12: «Il vento a 150 chilometri all?ora ha devastato il campo 2. Per fortuna, il cuoco Shyam Pun ha salvato il materiale, lavorando all?aperto a 20 gradi sotto zero. Siamo obbligati a star fermi ma non è poi una brutta cosa: Tom infatti non sta bene, ha la sinusite, e deve curarsi». 18: «Tom ha ancora l?influenza ed è troppo debole per salire la montagna. È una pillola amara da inghiottire: ci siamo divisi in due gruppi per lasciare che Angela, Gareth e Tommy tentino la scalata». 19: «Gareth, Angela e Tommy hanno raggiunto la cima sud. Purtroppo il vento forte ha impedito loro di raggiungere la vetta più alta. Tom e Jeff sono al campo 4 e partiranno per la vetta stasera alle 11». 20: «Jeff Rhoads e lo sherpa Tashi sono in vetta! Tom invece è sceso dal campo 4 al campo 2. Ha deciso di recuperare energie prima di riprovarci» 22: «Tom è di nuovo al campo base. Servono almeno tre giorni di riposo. Il morale però è alto e dalla sua abbronzatura diresti che è appena stato alle Bahamas». 23: «Tom ci ha raccontato la sua avventura: ?Ho lasciato il mio hotel himalaiano alle 23.30. Non c?era luna e il vento era forte. Dopo dieci minuti, il rampone si stacca dal Flex-Foot, l?arto artificiale. Lo risistemo, e subito parte di nuovo. Capisco che c?è qualcosa di danneggiato nell?attacco. Vado avanti lo stesso, mentre io e Jeff siamo raggiunti dai tre sherpa. Dopo mezz?ora vedo una lampada frontale rotolare per il pendio. Anche gli alpinisti delle altre spedizioni si fermano. Una voce urla che qualcuno è caduto. Alla fine lo sfortunato scalatore viene recuperato in un crepaccio pieno di neve fresca che ha attutito la caduta, salvandolo. È sotto choc. Dopo un paio d?ore, capisco che benché io abbia la forza per raggiungere la vetta, tuttavia affrontare la discesa da lassù con la protesi rotta sarebbe pericolosissimo. Così dico agli sherpa che è meglio ritornare indietro?». 27: «Stamani alle 7 Tom Whittaker ha raggiunto la vetta dell?Everest! È il primo disabile a scalare la montagna più alta del mondo!. Tom insegna a tutti i disabili che è possibile seguire i propri sogni e prendere coscienza che le proprie abilità sono più importanti che le proprie disabilità. ?Un passo alla volta? e si può raggiungere qualunque cosa. Anche Jeff, il cameraman della Cbs, e lo sherpa Tashi Tsering sono arrivati in cima. Comunque, senza l?aiuto e la competenza di tutti gli sherpa l?ascesa di Tom non sarebbe stata mai possibile». 28: «Tom, Jeff e gli sherpa sono scesi al campo base, tutti sani e salvi». ?


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