Volontariato
Sul piede di guerra per il servizio civile
Mobilitazione straordinaria contro i tagli governativi
“Grazie ai tagli attuati dal Governo, in 492 Pubbliche assistenze NON ci sarà il Servizio civile nazionale per i prossimi 12 mesi”. Non lascia nulla all’immaginazione il testo del manifesto che la prossima settimana apparirà in ognuna del migliaio di sedi Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) di tutta Italia. “Testimonia il nostro malcontento per quanto sta accadendo, la delusione per il fatto che il Servizio civile sta riducendo sempre di più i suoi numeri, e se ne parla sempre meno”, spiega Maurizio Garotti, responsabile nazionale servizio civile Anpas, che Vita.it ha raggiunto al telefono. Garotti è alla guida di uno dei maggiori enti di servizio civile: aderente alla Cnesc (Conferenza nazionale enti servizio civile), l’Anpas ha fatto partire nel 2008 più volontari di tutti, ben 2.250. Quest’anno, invece, è stata l’associazione che più ha risentito dei tagli governativi, e ha ottenuto ‘solo’ 1068 volontari, con una flessione del 53% in un anno.
Perché questa nuova campagna così ‘diretta’?
Per tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo. E per spiegare alla gente che non siamo noi i responsabili del fatto che in molte delle nostre sedi nel 2010 non ci saranno i ragazzi in servizio civile.
Dovrete chiudere delle sedi?
No, perché abbiamo comunque i numeri e la forza per portare avanti il nostro lavoro attraverso il nostro personale interno (il manifesto si chiude così: “Informiamo i cittadini che, nonostante le difficoltà causate al volontariato dai tagli del Governo, la qualità dei servizi offerti dal questa Pubblica assistenza non cambierà). Di certo, nelle sedi rimaste a bocca asciutta di volontari in servizio civile, mancherà la spinta in più offerta dalla presenza dei ragazzi.
Con la Cnesc avete già lanciato un appello ‘per dare un futuro al servizio civile’ (clicca qui) nelle scorse settimane. Con questa nuova iniziativa, avete scelto di portare avanti la protesta da soli?
Assolutamente no. Il lavoro con la Cnesc prosegue ed è molto valido, soprattutto come tavolo tecnico. Questa nostra nuova mossa è un’aggiunta a quanto già in atto, più vicina ai nostri modi di operare, perché andiamo a raggiungere tutti i nostri utenti attraverso le singole Pubbliche assistenze. Sono loro il nostro veicolo migliore, in particolare per la loro radicata presenza sul territorio. Alcune hanno anche 100 anni di storia.
Da dove vengono il ‘malcontento’ e la ‘delusione’ verso la situazione attuale?
Da quello che vediamo in giro, e dal fatto, appunto, che il servizio civile si ‘vede’ sempre meno sul territorio. Poi c’è mancanza di chiarezza, l’ultimo esempio è il rinvio dei ragazzi in partenza con il bando 2009: dovevano iniziare il 2 novembre, poi l’Unsc (Ufficio nazionale servizio civile) ha posticipato la partenza il 16. A oggi, però, non è ancora una data certa, perché per quel che ci risulta ai ragazzi selezionati non è ancora arrivata a casa la lettera di convocazione, come da prassi. L’Unsc dovrebbe tenere rapporti più chiari con noi enti, e nello stesso tempo con gli stessi giovani. Il Servizio civile nazionale è un’opportunità unica di cittadinanza attiva, e lo si è visto anche in occasione del terremoto in Abruzzo.
Ci sono alcuni vostri volontari di servizio civile in Abruzzo?
Quattro volontari in servizio civile con l’Anpas sono partiti per il bando straordinario relativo all’Abruzzo, un progetto ben congegnato tra istituzioni ed enti, sotto il coordinamento della Protezione civile. Un rammarico è però il fatto che, vista l’emergenza, non si sia deciso di trovare la copertura economica anche per quei progetti del bando 2009 che erano stati prima approvati ma poi non finanziati. L’Anpas, per esempio, non avrà alcun giovane in servizio in Abruzzo durante tutto il 2010, nonostante il nostor campo di Acquasanta è ancora aperto. E chissà cosa accadra per il 2011, visto che si parla di uno slittamento dei tempi per il bando dell’anno prossimo e che il nuovo ‘Prontuario’ per gli enti non è ancora pronto.
Pochi giorni fa il sottosegretario Giovanardi ha rassicurato in tal senso, adducendo il ritardo del prontuario alla mancata ratifica della Conferenza Stato-Regioni (firma arrivata poi il 29 ottobre) e dichiarando che la scadenza massima del nuovo bando sarà metà gennaio 2010…
Effettivamente Giovanardi ha ragione, per quanto riguarda l’attesa della ratifica della Conferenza Stato-Regioni: anche se il suo parere non è vincolante, è prassi aspettarlo. Quello che però deve essere chiaro è che i tempi che ci si è dati per quest’anno sono sì quelli indicati dal sottosegretario, ovvero metà gennaio 2010, ma essi non sono i tempi canonici: finora il bando relativo all’anno successivo veniva emanato a ottobre del precedente. Quindi, essendo a novembre e dovendo attendere gennaio, per il 2010 già in ritardo di almeno due mesi.
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