Non profit

Sul lago scoppia la pace fra genitori e figli

A Lecco la prima casa-vacanze per il disagio familiare

di Benedetta Verrini

È stata portata come modello d’avanguardia al convegno nazionale di Firenze sugli “spazi neutri”: è l’iniziativa del “soggiorno assistito” per genitori e figli in situazioni di disagio o conflitto, che mira a ricostituire i legami familiari, nella cornice di una breve vacanza, sotto la supervisione e l’assistenza di psicologi ed educatori.
C’è anche il Tribunale di Milano, oltre ai servizi sociali di Lecco, tra i promotori di un’iniziativa unica in Italia: offrire a padri e madri in difficoltà con i propri figli una “due giorni” in una casa-vacanze sul lago di Lecco, in compagnia di educatori, psicologi, arteterapeuti, per affrontare in modo più costruttivo e sereno la quotidianità, riconnettere i legami affettivi, comprendere i bisogni dei figli e dialogare con loro. Il servizio, finanziato per un anno da Regione Lombardia e Asl di Lecco, è appena partito e viene condotto dalla cooperativa sociale “Casa del Giovane” di Pavia (www.cdg.it), che ci mette il progetto scientifico e l’équipe psico-pedagogica.
La casistica dei destinatari è molto varia: si va dalle separazioni fortemente conflittuali al disagio di cui sono protagoniste le famiglie sottoposte a decreti coattivi dell’autorità giudiziaria con allontanamento del minore e incontri in luoghi protetti alla presenza di un operatore, fino a famiglie “normali” che chiedono un aiuto per facilitare il dialogo con i propri ragazzi.
«Non vogliamo creare un ghetto, ma uno spazio d’incontro tra genitori e figli in cui si sperimentano le più diverse attività», spiega Simone Feder, coordinatore dell’area Adulti della cooperativa. «Nella casa sarà possibile fare laboratori di arteterapia, colloqui con gli psicologi, escursioni e soprattutto attività quotidiane, come mangiare ed eventualmente dormire insieme. Si tratta di restituire agli adulti e ai ragazzi uno spazio in cui concentrarsi sulla relazione, staccando dal mondo esterno e riallacciando i fili spezzati del dialogo e dell’affettività».
Il calendario è già stato stabilito (i prossimi incontri saranno il 17-18 aprile e l’1-2 maggio) e i gruppi di utenti (in parte segnalati da Tribunale e servizi, in parte autocandidati) sono stabiliti per fascia d’età. Sono accolti figli da 0 a 18 anni e le attività si modificheranno di conseguenza.
I primi due week end, nel mese di marzo, hanno dato risultati molto positivi. Il percorso è stato scandito in tre fasi: l’incontro con l’équipe psicopedagogica per conoscere i casi, la presentazione degli operatori alle famiglie, infine il soggiorno. «Abbiamo visto padri e madri molto coinvolti», prosegue Feder, «e i bambini hanno espresso la gioia di vivere un momento sereno con le loro famiglie». L’andamento delle situazioni viene monitorato dai servizi e l’esperienza è reiterabile. «La valenza di questo progetto sta anche nella durata temporale: quasi sempre gli incontri protetti durano appena un’ora e mezza, in contesti estremamente asettici. Questo non favorisce l’apertura reciproca e l’avvio di un reale processo di cambiamento».

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