Formazione

Sul futuro Bobba interroga Monti e Riccardi

Luigi Bobba ha presentato un'interrogazione per conoscere se l'esecutivo vuol salvare il Servizio civile

di Redazione

Porta la firma di Luigi Bobba – confirmatario Franco Narducci – l’interrogazione rivolta al premier Monti e al ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi sul futuro del servizio civile nazionale.
Una lunga premessa che ricorda l’insieme dei problemi che gravano sul tema per arrivare a chiedere «quali iniziative, di carattere normativo e finanziario, si intendano porre in essere al fine di salvaguardare l’istituto del servizio civile del servizio civile nazionale e scongiurarne la cessazione».

Ma non solo, viene portata all’attenzione dell’esecutivo anche l’ultima proposta delle Acli quella nella quale l’associazione presieduta da Andrea Olivero « ha indirizzato un appello ai partiti affinché rinuncino alla rata di luglio del rimborso elettorale e dirottino quei fondi, per un valore 100 milioni di euro, per finanziare la partenza di 27.000 ragazzi per il servizio civile nazionale, istituito con la legge n. 64 del 2001», come Bobba ricorda nelle premesse. Su questo punto la domanda è molto semplice: Monti e Riccardi intendono «assumere iniziative normative volte a recepire la proposta delle Acli, di cui in premessa, quale misura straordinaria e una tantum per consentire nell’immediato l’accesso al servizio civile nazionale a 27.000 giovani»?

Nell’interrogazione, presentata il 19 aprile e assegnata alla Commissione Affari Costituzionali della Camera, si ricordano alcuni numeri: i 284.596 giovani coinvolti dal 2001 a oggi, grazie al Scn, nella realizzazione di progetti in diversi settori, quali assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all’estero, come pure i 14mila enti pubblici e privati che hanno presentato i progetti. Si ricordano poi i dati di Federsolidarietà-Confcooperative: il 40% dei ragazzi che hanno svolto il servizio nelle loro cooperative ha trovato un’occupazione in quelle realtà.

Non  manca poi una disanima sui fondi che dai 296 milioni di euro del 2007 (57mila giovani in Scn) sono arrivati ai 68,8 milioni del 2012, ovvero 10mila giovani ai quali è garantito il servizio civile.

Al ministro Riccardi si ricorda anche un suo recente intervento (una tavola rotonda del 20 marzo) nel quale aveva affermato: «Ritengo paradossale che questa straordinaria esperienza italiana, che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche, in numerosi studi comparati a livello europeo, proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi».

Bobba scrive anche che: «nello stesso intervento il ministro sottolineava: «Alla luce della drastica riduzione della disponibilità finanziaria che si profilava, già dal mese di dicembre dello scorso anno, era stato richiesto, con un ordine del giorno presentato al Parlamento dal Partito Democratico, di «aprire un confronto tra i ministri e i parlamentari interessati per la revisione dell’intera normativa in materia, in modo da costruire un insieme di regole stabili, efficaci e condivise che consentissero, ad almeno 40.000 giovani, di poter beneficiare di questo importante servizio». Un secondo ordine del giorno, approvato dal Governo e presentato dalla Lega Nord, chiedeva di «porre allo studio la cessazione dell’imposizione Irap sui contratti concernenti i giovani impegnati dal servizio civile».

Non resta che aspettare la risposta del ministro Riccardi e del premier Monti.


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