Non profit

Sul Canale 130 al gore fa buona tv

comunicazione Un giorno su Current tv. il progetto del leader americano

di Redazione

Aguardare i video in onda su Current tv ci si fa l’idea di un’Italia diversa. Più sociale e meno rassegnata. Popolata da persone che si interessano, discutono e si appassionano. Che vanno in Malawi e cercano di riflettere, cinepresa in mano, su ciò che scoprono (è capitato a Gianluca, studente di Ostia). Oppure capaci di scendere in strada e intervistare gli artisti che vi si esibiscono, cogliendo anche il loro alternativo punto di vista. O ancora: giovani co.co.co che si piazzano davanti all’obiettivo per suggerire ai loro colleghi nella precarietà ricette economiche ma gustose da preparare per gli amici (è un video agro-dolce intitolato Cucina precaria).
È questa l’Italia raccontata dalla community di Current tv, la rete satellitare pensata da Al Gore e lanciata nello scorso maggio (è nel pacchetto Sky, canale 130). Un Paese sicuramente più vero e interessante di quello rappresentato dalle televisioni “terrestri”, ingessate come sono fra pastoni politici, par condicio usata chissà quanto a proposito e commenti dei soliti esperti desiderosi soprattutto di compiacere. Il popolo di Current tv è, viceversa, capace di indignarsi, di offrire punti di vista originali ed è più attento alla solidarietà (non manca, fra l’altro, il racconto di iniziative dal basso, come quella che ha dato vita al giardino per bimbi ad opera di un gruppo di agguerrite mamme che vivono nel quartiere romano del Pigneto).
È anche grazie ai contributi visivi di questa comunità di videomaker che sta assumendo una sua fisionomia tutta italiana il progetto di democrazia televisiva pensato dall’ex presidente degli States.

Un progetto coraggioso
In questo stagno che per default chiamiamo “panorama televisivo”, quella di Current tv è senza dubbio un’iniziativa ambiziosa. Mira a creare un rapporto diretto e significativo con il pubblico, a stimolare la partecipazione diretta e consapevole dei destinatari (che non sono più solo “gli spettatori”) e punta ad essere sempre più alimentata dai loro contributi. «Gli utenti possono inviare i loro pod, cioè i video che producono, oppure segnalare delle notizie o anche solo dei link: ogni apporto è il benvenuto», spiega il direttore di Current tv, Tommaso Tessarolo (nella foto a sinistra) che aggiunge: «L’essenziale è che proponga argomenti originali, mai affrontati in televisione o trattati con un punto di vista nuovo. Fa parte dei nostri obiettivi: far crescere il capitale culturale del nostro pubblico, per arrivare a costruire un palinsesto sempre più ricco e articolato. Già ora il 50% dei contenuti è creato dagli utenti».
Un network diverso, insomma, che vuole informare dando voce ai destinatari, come succede nella diretta quotidiana (dalle 19 all’una di notte) e in particolare nel notiziario, alimentato dalle news e dai commenti degli internauti. Una comunità molto attiva, capace di muoversi fra nuove e vecchie tecnologie, ma soprattutto attenta a tutto quel che succede. «Sono persone molto diverse fra loro. Più giovani gli utenti online (fino ai 30 anni), un poco più adulti quelli della televisione. In ogni caso individui che, di fronte alle nuove tecniche, si sentono a loro agio. Quanto ai loro interessi, sono molto appassionati di politica e di temi sociali, vogliono discuterne e sono capaci di provocazioni anche forti», aggiunge Tessarolo.

Una vera sinergia
Il successo di questa formula è essenzialmente legato al fatto che tra sito e televisione non c’è soluzione di continuità. Il primo sostiene la seconda, permettendo agli utenti addirittura di “votare” le notizie. Cioè di esprimere il grado di interesse che determinati fatti suscitano nella comunità. «È uno strumento in più a disposizione degli utenti, che esprimendo interesse nei confronti di una notizia o di un pod, in qualche modo creano o contribuiscono a creare il palinsesto. Certo il network ha una sua linea editoriale che detta gli argomenti e organizza la settimana. Ciò detto, gli internauti sono totalmente liberi di proporre qualsiasi tema». Insomma, alla selezione di ciò che appare sul piccolo schermo una grossa mano la dà la community.
Vi è però un altro, non secondario risvolto. Current si configura, nei fatti, come una sorta di laboratorio di creatività, una scuola di televisione da frequentare sul campo e che incoraggia i talenti migliori. In pratica, quando il videomaker mette on line il suo prodotto, la comunità lo guarda, lo giudica, lo vota. Gli autori più gettonati dagli internauti o ritenuti più interessanti dalla redazione del network, vengono contattati. «Se ne abbiamo facciamo delle osservazioni formali, tecniche. L’obiettivo è dare una mano all’autore per migliorare il suo video, per far emergere meglio il suo argomento e far sì che il pod sia televisivamente parlando più efficace», puntualizza Tessarolo. In pratica, consigli per i videomaker, che però non lavorano gratis. Si parte da una remunerazione di 500 euro; somma che cresce man mano che il regista impara a confezionare i suoi pod in forma sempre più autonoma e professionale. Anche questo è uno stimolo a migliorare, oltre che uno sbocco concreto per la creatività. «All’inizio avevamo qualche timore. Che tipo di prodotti avremmo ricevuto?», ricorda Tessarolo, «Dubbi che si sono dileguati molto presto: in pochi mesi d’attività, abbiamo selezionato oltre 400 video di qualità. Un numero significativo». E che ha spinto il network a lanciare la prossima sfida: la prima pubblicità realizzata da utenti. È stata lanciata durante il recente festival di Venezia: per festeggiare i suoi primi 85 anni la Warner Bros. ha pensato di rivolgersi alla community di Current proponendo ai videomaker di creare spot di un minuto reinventando le scene più fatidiche di 70 famose pellicole.

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