Volontariato

Suicidio, prima causa di morte tra i giovani

In Italia rappresenta l'8% di tutti i decessi nella fascia di età 10-24 anni. Secondo l'Oms il 40% dei ragazzi che non è riuscito nel primo intento ripete il gesto.

di Redazione

Il suicidio è la prima causa di morte tra i giovani dai 15 ai 25 anni. E non si tratta di un problema che riguarda solo le società del nord Europa. Anche nel nostro Paese i dati sono allarmanti, visto che l’8% di tutti i decessi tra i ragazzi nella fascia di età 10-24 anni è determinato dalla scelta consapevole di togliersi la vita. I dati sono stati sottolineati in occasione della Giornata Mondiale della prevenzione del suicidio, che si celebra l’11 settembre. Sul territorio italiano si registrano ogni anno 9 casi di suicidio ogni 100 mila abitanti tra i maschi (dati Iss-Istat aggiornati al 2001) e 2,6 tra le donne. Ciò significa che i suicidi nel nostro Paese sono circa 4 mila l’anno (3mila tra gli uomini e mille tra le donne), con tassi più alti tra gli over-65 (23 casi per 100mila abitanti). Il fenomeno è più diffuso tra gli uomini, soprattutto con un alto grado di istruzione, anche se i tentativi di suicidio sono più numerosi tra le donne. Ma è il malessere tra i giovani, come accennato, a preoccupare di più: nella fascia 10-24 anni si registrano 5 casi di suicidio per 100 mila abitanti. E, secondo l’Oms, il 40% dei ragazzi che non è riuscito nel primo intento, ripete il gesto. «E’ necessario potenziare i servizi di psicoterapia pubblici avvicinandoli ai giovani» ha detto la responsabile famiglia e minori di Forza Italia, Maria Burani Procaccini,. «Si tratta ancora di una scelta dolorosa e drammatica – sottolinea Burani- spesso accompagnata e dettata dalla depressione clinica. C’è la necessità – prosegue la senatrice – di mettere a fuoco una strategia complessa ed efficace contro la depressione, contro cui disponiamo di armi cliniche di primo livello, ma di comprendere anche il disagio e di contenerlo». Per questo, Burani Procaccini chiede alle Regioni di «potenziare i servizi di psicoterapia pubblici e di avvicinarli ai giovani». Quindi una richiesta anche al ministro dell’Istruzione: «Spero che il ministro Fioroni voglia occuparsi di una possibile ed auspicabile concertazione di servizi e di obiettivi fra la Scuola e le istituzioni sanitarie per agire meglio in chiave preventiva». Nella scuola ad esempio, è il monito degli esperti, veri programmi di prevenzione non sono mai stati attuati, mentre è proprio tra i banchi che più chiaramente si possono manifestare i segni del disagio.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA