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Sugli schermi, veri attori e falsi disabili

Cannes ’98 è stato anche il festival delle nevrosi e dei problemi mentali.

di Redazione

Cannes ?98 è stato anche il festival delle nevrosi e dei problemi mentali. L?italiano ?La parola amore esiste?, per esempio, fa luce sul disagio di una ragazza piena di ossessioni che le impediscono un sano approccio con il reale. Con stile pudico, il regista Mimmo Calopresti ci mostra una madre distante pur nel suo tentativo di ricucire un impossibile rapporto con la figlia instabile: e intuiamo che le nevrosi della protagonista risiedono proprio nel rapporto con la madre. Quanto ai problemi mentali, non ne hanno ma fingono di averne i personaggi di “The Idiots”, che giocano appunto a fare gli ?idioti?. Il provocatorio film del danese Lars von Trier, che nel ?96 presentò il capolavoro ?Le onde del destino?, può davvero disturbare. E infatti ha ricevuto critiche quasi unanimi. Uno dei primi a partecipare in concorso è stato ?Dance me to my song?, dell?australiano Rolf De Heer, regista che ha confidenza con emarginazione e problemi psichici, come dimostrano i precedenti ?Bad boy Bubby? e ?La stanza di Cloe?. Stavolta ha mescolato realtà e finzione, narrando di una trentenne confinata sulla sedia a rotelle e totalmente dipendente dall?infermiera che si prende cura di lei (si fa per dire). Ma l?attrice che ha scritto e che interpreta la storia, Heather Rose, è davvero handicappata. Non si limita a ?fare? se stessa ma recita sul serio la parte di Julie, che si innamora dell?aitante Eddie. Amore improbabile? Sta di fatto che il tempio delle dive affascinanti è vibrato di emozione sincera quando Heather è apparsa sulla celebre scalinata, a ricordare che esiste anche la realtà, quella vera.


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