Nel cd dell’auto (lo uso ancora!) c’è il nuovo dei fratelli calafuria. Musica rovinata s’intitola. Non è proprio il mio genere, posto che la categoria del “genere” ancora esista, ma mi piace perché dà una bella scossa seguendo un percorso sghembo, destrutturato, solo in apparenza facile da seguire. Mi è piaciuto ancora di più quando ho letto un post nel blog del gruppo dove si decodifica la filosofia del disco e se ne ricostruisce il percorso produttivo. Una descrizione di prima mano su come funzionano, per davvero, i processi creativi. Venti righe che mettono ko un qualche migliaio di pagine (forse anche queste) che fanno il panegirico della creatività e dell’innovazione, come se fossero entità lì, immediatamente disponibili, un pò per tutti. Invece no. A creare e innovare si fa fatica perché il percorso non è definito: c’è molto di inaspettato e di distruttivo, come ben dimostrano i calafuria che si sono messi a fare musica con i cd rotti. E poi è un’attività rischiosa: si vuol tornare alla base quando si già troppo avanti, si mettono alla prova le relazioni più fidate e poi si fanno i conti… con i conti. Eh sì, perché queste non sono mica rockstar strapagate. Se volete anche ascoltarli, fate clic.
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