Mondo

Sudan, spiragli di speranza per il Darfur

Il governo di Karthoum ha accettato di sospedere le azioni militari. Il 23 dicembre è l'ultimo giorno utile dato dall'Unione africana a governo e ribelli per un'intesa

di Emanuela Citterio

Si apre uno spiraglio nei negoziati per il Darfur, in corso ad Abuja, capitale della Nigeria. Il governo di Khartoum ha accettato di sospendere ogni offensiva militare nel Darfur. Le forze ribelli si erano ritirate dai negoziati quattro giorni fa, accusando l’esercito regolare ed i miliziani suoi alleati di continuare le attività militari, malgrado il cessate il fuoco. E ora il gesto del governo sudanese potrebbe portare a uno sblocco nei colloqui. Rimane grave la situazione umanitaria. Le Nazioni Unite hanno sospeso gli interventi di aiuto nel sud del Darfur a causa della totale insicurezza delle operazioni. Lunedì scorso è arrivata la notizia dell’uccisione di due due operatori umanitari sudanesi di “Save the Children”. “Mentre i movimenti ribelli accusano Khartoum di preparare una grande offensiva, gli organismi internazionali sostengono che tutte le forze in campo stiano violando, ed in misura esponenziale dallo scorso novembre, il cessate il fuoco varato a fine aprile, ma rimasto sempre solo sulla carta” scrive l’agenzia Fides. Si avvicina intanto la dead line del 23 dicembre, che l’Unione Africana, impegnata nella mediazione, ha dato alle parti per trovare un’intesa. Dal febbraio dello scorso anno, quando è iniziato il conflitto nella regione del Darfur, secondo le stime internazionali sono morte almeno 100mila 130mila persone e un milione e mezzo sono state costrette alla fuga.


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