Mondo

Sudan, speranze di pace

Il vescovo di Rumbek Cesare Mazzolari giudica positivamente l'andamento dei coloqui di pace fra nord e sud Sudan

di Emanuela Citterio

Sudan. Sara` la fine di un ventennio di guerre? Sono in molti a sperarlo in questi giorni di colloquio fra il governo sudanese e il Movimento di lilberazione che controlla il Sud Sudan. E un giudizio positivo arriva da monsignor Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, nel Sudan meridionale, che oggi in un’intervista rilasciata all’agenzia Misna si è detto soddisfatto del buon esito verso cui sembrano ormai avviati i colloqui di pace organizzati dalla comunità internazionale per mettere termine al conflitto sudanese. I tempi della pace, pero`, secondo il presule saranno più lunghi del previsto e una firma non arriverà prima del prossimo anno. “Il cammino verso la pace è ancora lungo – afferma monsignor Mazzolari – c’è grande soddisfazione per l’accordo che le parti hanno raggiunto sulla sicurezza, ma restano ancora da chiarire definitivamente la divisione del controllo di tutte le aree petrolifere e dei relativi proventi”. Dal momento della firma, secondo il presule, inizierà un cammino ancora più difficile e le perplessita` sono tante. “Secondo gli accordi presi finora dalle parti, il Sud Sudan si avvia a diventare una sorta di Stato militarizzato” dice monsignor Mazzolari. “La presenza fittissima, su vaste zone del territorio, di una imponente forza militare mista, migliaia di uomini dell’esercito sudanese ed altrettanti dei ribelli, rischia di non essere accettata dalla popolazione civile che è stanca di vedere combattenti dappertutto”. Il vescovo ha anche auspicato un maggior coinvolgimento della societa` civile, finora tenuta ai margini dei negoziati. “L’eventuale trattato di pace dovrà segnare solo la chiusura di una fase e l’apertura di un’altra in cui la società civile riesca a trovare lo spazio che merita” ha detto Mazzolari. “Per il momento non ci sono segnali chiari in direzione della gente e delle tante associazioni presenti nel Paese. Il Sudan potrà raggiungere una vera pace solo quando comincerà a funzionare un’amministrazione civile, una polizia civile e la presenza degli eserciti verrà ridimensionata. La gente è stanca della guerra ed è stanca di vivere in uno stato militarizzato e di dover sempre fare i conti con i soldati”. Il vescovo di Rumbek ha lanciato un appello alla comunità internazionale: “Non abbandonate il Paese dopo la firma di un eventuale accordo. Aiutate la società civile sudanese a svilupparsi, si tratta di una fase sicuramente più impegnativa dell’attuale negoziato, ma essenziale affinché il Sudan conosca finalmente una pace reale”.


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