Mondo

Sudan, si fa drammatica la situazione umanitaria

Interviene anche Bush che ammonisce: "Khartoum consenta l'arrivo degli aiuti umanitari nel Sud del paese"

di Piergiorgio Greco

Il reverendo Haruun L. Reen, segretario esecutivo del Consiglio delle Chiese del New Sudan, non usa mezzi termini: “é un vero e proprio genocidio organizzato quello che sta accadendo nelle regioni meridionali del Sudan
e, come sempre, il prezzo maggiore lo sta pagando la popolazione civile delle aree petrolifere (Upper e Blue Nile), del Bahr el Ghazal e dell?Equatoria”.

Gli sfollati, costretti a sopravvivere con mezzi di fortuna e senza la possibilità di rivcevere aiuti, sono diventati ormai alcune migliaia. Si tratta di persone costrette ad abbandonare i propri villaggi a causa delle operazioni militari condotte dalle Forze armate sudanesi (Spaf).

Ieri, intanto, a Washington il presidente Bush ha incontrato John Danforth, l?inviato speciale statunitense in Sudan. Lapidario il commento del capo della Casa Bianca, secondo il quale “Khartoum non può vincere la guerra civile” contro i ribelli dell?Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) e “deve sospendere ogni attacco contro i civili, permettendo l?arrivo a destinazione degli aiuti umanitari alla popolazione”. Sia Bush che Danforth, inoltre, hanno invitato il presidente sudanese, Omar Hassan el Beshir a fare “fatti e non parole”.

Il conflitto in Sudan si protrae ormai da 19 anni e ha causato almeno due milioni di morti, soprattutto tra i civili del sud del paese.

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