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Sudan: Nuove accuse contro Khartum in crisi Darfur
Un rapporto di Human Rights Watch porta nuove prove della complicità diretta tra Khartum e milizie janjaweed nei massacri del Darfur
“E’ assurdo distinguere le forze governative sudanesi e le milizie [janjaweed] perché fanno solo uno. I documenti dimostrano che le attività delle milizie non sono state semplicemente tollerate, ma bensì appoggiate da alcuni responsabili delle autorità sudanesi”.
Ieri, il direttore della Divisione Africa dell’organizzazione internazionale dei diritti umani Human Rights Watch, Peter Takirambudde, non ha usato mezzi termini per denunciare le responsabilità dirette del regime sudanese nella crisi del Darfur. A dimostrarlo è una serie di documenti confidenziali dell’amministrazione civile nel Darfur di cui Hrw è entrata in possessoche metterebbe in luce il sostegno politico di alti responsabili sudanesi nei confronti dei janjaweed.Tra i documenti raccolti, ne figura uno in cui il vice ministro dell’interno, Ahmad Haroun, chiede che siano reclutati dei “cavalieri”.
Gli altri documenti, anch’essi scritti in lingua araba, risalgono ai mesi di febbraio-marzo 2004 e sarebbero stati emanati dalle autorità governative del Nord e Sud Darfur. “In una direttiva risalente al febbraio scorso” sottolinea Hrw, “ordina a “tutte le unità di sicurezza” della regione di tollerare le attività del noto dirigente janjawid, Musa Hilal, nel Nord Darfur. Questo documento” prosegue la nota di Hrw, “sottolinea l’importanza di un non intervento affinché la loro autorità non venga rimessa in discussione e autorizza le unità di sicurezza di una provincia del Nord Darfur a “ignorare i delitti minori commessi dai combattenti ai danni dei civili sospettati di appartenere alla ribellione…”.
Un altro documento prevede la reinstallazione degli sfollati in 18 colonie piuttosto che nei loro villaggi di origine. Il che dimostrerebbe un piano di espulsione da parte del regime di Khartum per attribuire le terre da cui sono stati espulsi i civili del Darfur ai giovani miliziani janjaweed orginari delle tribù del Nord Darfur.
Sempre ieri, Hrw ha affermato che le “forze governative sudanesi e le milizie sostenute dal governo sono responsabili di crimini contro l’umanità, di crimini di guerra e di “purificazione etnica”. Queste esazioni sono state compiute durante attacchi aerei e terrestri contro civili appartenenti alla stessa etnia dei membri dei due gruppi ribelli del Darfur”, ovvero il Movimento per la Giustzia e l’Uguaglianza (Mje) e l’Armata di Liberazione del Sudan (Slm/A).
Finora, le esazioni commesse nel Darfur dal governo centrale e dai miliziani janjaweed hanno fatto 30.000 vittime e spinto oltre 1.300.000 persone a lasciare le proprie terre e dimore.
Nel prossimo numero di Vita, in edicola da Sabato 24 luglio, verrà pubblicata la terza puntata dell’inchiesta sul traffico di armi in Africa sub-sahariana, interamente dedicata alla crisi del Darfur.
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