Mondo

Sudan: l’esercito bombarda il Darfur, oltre 100 morti

Un centinaio di persone sono rimaste uccise in seguito a un raid aereo dell'aviazione militare governativa

di Joshua Massarenti

“E’ il più grave attaccato registrato in Dafur degli utlimi mesi”. Questo il commento rilasciato oggi dal portavoce dell’Unione africana (Ua) Adam Thiam in riferimento al centinaio di vicili uccisi durante un bombardamento aereo avvenuto ieri in un villaggio del nord Darfur.

Sebbene “i responsabili non sono stati ancora identificati” asserisce Thiam, tutti gli sguardi sono puntati sul regime di Khartum, “responsabile degli ultimi attacchi aerei” e perché i ribelli sono privi di forze aeree.

La gravità dell’attacco non si misura soltanto con il numero di vittime, ma anche perché “non si tratta di un atto isolato”. Altre 54 persone erano state uccise in due attacchi successivi, i 13 e 21 gennaio scorso, il che porta a oltre 150 le vittime delle agressioni governative nelle ulttime due settimane. “Finora, l’attacco del 13 gennaio è stato attribuito ai Janjaweed (milizie pro governative), ma l’inchiesta è tutt’ora in corso” ha dichiarato il capo di ufficio stampa dell’Ua Assane Ba.

L’ultimo attacco, giudicato dall’Ua una “violazione gravissima del cessate il fuoco” firmato nell’aprile 2004, si è verificato alla vigiglia del summit dell’Ua previsto i prossimi 30 e 31 gennaio a Abuja (Nigeria), nel quale l’Unione africana farà il punto sulla fase preparatoria dei negoziati di pace tra il regime centrale di Omar el Beshir e i ribelli del Darfur. Negoziati che dovrebbero riprendere a febbraio nella capitale nigeriana.

Dal febbraio 2003, il Darfur è teatro di una guerra civile che finora ha fatto 70mila morti e oltre 1,6 millioni di sfollati e rifugiati. Sul terreno si scontrano da un lato i ribelli dello SLA (Esercito di liberazione del Sudan) e del JEM (Movimento per la giustizia e l’uguaglianza). dall’altro Khartum e le milizie Janjaweed.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.