Welfare

Sudan: la protesta di Msf contro gli arresti

Geoff Prescott, Direttore generale della sezione olandese di Medici senza frontiere, si ribella alle misure del governo contro 2 propri operatori

di Gabriella Meroni

”Questi arresti sono totalmente inaccettabili. Il governo sudanese ha deciso di punire gli operatori umanitari che lavorano al fianco delle vittime del conflitto che da diversi anni sconvolge il Darfur”. Lo ha dichiarato Geoff Prescott, Direttore generale della sezione olandese di Medici senza frontiere riferendosi agli arresti di due operatori dell’organizzazione avvenuti in Sudan. Msf chiede che tutte la accuse vengano ”immediatamente ritirate”. ”L’arresto di due figure chiave nella gestione dei progetti in Darfur – ha continuato Prescott – compromette seriamente la nostra capacita’ di fornire assistenza umanitaria. Le popolazioni del Darfur, che hanno gia’ sofferto abbastanza, non devono pagare un ulteriore prezzo a causa di queste azioni”. Msf – ha precisato – e’ in Sudan da piu’ di 20 anni, fornendo assistenza umanitaria a milioni di civili sudanesi. Msf e’ il partner principale del Ministero della Salute Sudanese per la lotta al Kala Azar e ha curato piu’ di 60.000 persone affette dalla malattia. Msf lavora in piu’ di 29 localita’ all’interno del Darfur con 180 operatori internazionali e 3.000 collaboratori sudanesi. Msf e’ presente in Darfur dal mese di dicembre 2003. Negli ultimi 12 mesi Msf ha effettuato piu’ di un milione di consultazioni e curato 50.000 bambini malnutriti. L’organizzazione ha precisato che il primo arrestato (ed ora in liberta’ vigilata) Paul Foreman ha 45 anni, e’ di origine inglese e lavora per Msf dal 2002. E’ stato Capo-missione in Congo Brazzaville, Angola e Iraq. L’operatore arrestato oggi, Vincent Hoedt e’ olandese ed ha 35 anni. Lavora per Msf dal 1996. Hoedt ha lavorato in Colombia, Liberia, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Zambia, Albania e Nigeria.


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