Formazione

Sudan: la Nato si impegna in Darfur

L'impegno dell'Alleanza atlantica limitato per ora ad un sostegno logistico alla missione di pace dell'unione africana

di Redazione

La Nato ha fatto oggi un passo ufficiale verso il suo primo impegno in Africa destinato pero’ a concretizzarsi solo attraverso un sostegno meramente logistico alla missione di pace dell’Unione africana in Darfur, la regione sudanese piagata da una micidiale combinazione di guerra civile e crisi umanitaria. Il consiglio atlantico, riunito al quartier generale di Bruxelles a livello di ambasciatori rappresentanti permanenti dei 26 Paesi della Nato, ha conferito un doppio incarico le ”autorita’ militari” dell’Alleanza: come ha riferito una fonte, si tratta da un lato di ”preparare una valutazione immediata su possibili misure per sostenere l’Unione africana nella sua missione in Darfur” e, dall’altra, di elaborare ”proposte specifiche” per lo stesso consiglio atlantico in seguito a consultazioni con ”altre organizzazioni, incluse l’Unione africana, le Nazioni Unite, l’Unione europea”. Si tratta di ”un primo passo” politico verso un varo della missione di sostegno logistico che, viene sottolineato a Bruxelles, non prevede affatto l’invio di vere truppe ma solo di operatori di eventuali servizi di appoggio logistico ad esempio nel campo dei trasporti aerei e delle comunicazioni. Gia’ lunedi’ vi dovrebbe essere un primo rapporto da parte del quartier generale militare, lo ”Shape” di Mons (Belgio), mentre una decisione definitiva e’ attesa non prima della fine del mese. La crisi umanitaria del Darfur, innescata da uno scontro fra contadini africani ribelli e milizie di lingua araba appoggiate dal governo, era iniziata nel febbraio del 2003 e si e’ acuita con l’attivita’ dei famigerati cavalieri ‘Janjaweed’ tollerati dall’esecutivo. Robert Fowler, rappresentante speciale per il Sudan del primo ministro canadese e ambasciatore del Canada a Roma, ha stimato oggi a Bruxelles il 2,7 milioni il numero di persone affidate in Darfur all’assistenza della comunita’ internazionale. Si stima comunemente inoltre che vi siano state decine di migliaia di morti (circolano cifre tra i 180 mila e le 300 mila vittime). Finora un intervento Nato, auspicato da vari Paesi tra cui gli Usa, molto impegnati sul fronte umanitario, secondo indiscrezioni sarebbe stato visto con fastidio da parte francese. La decisione su questo primo passo verso un appoggio solo logistico all’Unione africana e’ stata valutata positivamente dal governo italiano che, attraverso il rappresentante permanente d’Italia presso la Nato, l’ambasciatore Maurizio Moreno, ha ricordato oggi al consiglio atlantico il significativo contributo dato dall’Italia, anche sul piano bilaterale, agli interventi umanitari della comunita’ internazionale in Darfur (dove Barbara Contini e’ l’inviato speciale del governo) ed agli sforzi negoziali condotti sotto l’egida dell’Unione Africana e delle Nazioni unite. L’ambasciatore ha posto anche l’accento sull’esigenza di uno stretto coordinamento tra la Nato e l’Ue, rilevando che l’emergenza umanitaria in corso nella regione sudanese del Darfur impone di muoversi con urgenza. L’Unione africana, ha ricordato dal canto suo l’ambasciatore canadese riferendo di un suo sopralluogo in Sudan, ha sul terreno circa 3.000 uomini destinati a diventare quasi 8.000 ”in un paio di mesi”. In una terza fase, ”piu’ tardi nel corso dell’anno”, ha segnalato, la missione dovrebbe raggiungere i 12 mila uomini per questo avere sempre piu’ bisogno dell’appoggio Nato per quanto riguarda fra l’altro pianificazione, addestramento, trasporto aereo e terrestre, fino alle cose piu’ banali come derrate alimentari, sacchi a pelo, stivali e quant’altro.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA