Mondo

Sudan: improvviso stop degli accordi di pace

C'è preoccupazione negli ambienti diplomatici, visto che l'accordo sembrava a portata di mano

di Gabriella Meroni

Preoccupante sospensione dei negoziati di pace sul Sudan in corso in Kenya. Ufficialmente la pausa – ormai certa, la confermano numerose fonti diplomatiche, anche se non e’ stata ancora annunciata – e’ formalmente dovuta alla decisione del capo della delegazione governativa di Khartoum Ali Mohamed Taha, primo vicepresidente del Sudan, di partire a breve termine per il pellegrinaggio alla Mecca. La sospensione avviene quando l’intesa globale sembrava ormai certa, e a portata di mano. Era stata addirittura definita da parti e mediatori come ”irreversibile” quando una decina di giorni fa era stato firmato l’accordo sul nodo che appariva piu’ delicato, quello della divisione dei ricchi proventi petroliferi. Poi si sono avuti segnali di irrigidimento da parte del governo islamico: ufficialmente sullo status di tre regioni geograficamente al nord, ma da sempre legate politicamente e militarmente al sud secessionista. Ma sembra che a Khartoum sia in corso uno scontro tra pragmatici che vogliono firmare, e subito, anche per le forti pressioni americane; e conservatori, timorosi di aver esagerato nelle concessioni. In Sudan e’ in corso da 20 anni una guerra civile che ha causato circa due milioni di morti. Da una parte il nord di etnia araba e bianca, e religione islamica; dall’altro il sud nero e animista o cristiano. Dalla fine del 2002 c’e’ un cessate il fuoco che, salvo sbavature marginali, tiene. E sono stati raggiunti accordi fondamentali: sharia applicabile solo al nord, governo unitario di transizione con referendum per l’autonomia del sud dopo sei anni, equilibrio geograficamente bilanciato delle rispettive presenza militare e via di questo passo. Su tale scorta, la pace definitiva era attesa dapprima per fine anno, quindi per fine gennaio: ed in realta’ cio’ appariva a tutti gli osservatori concretamente possibile, soprattutto dopo l’accordo sui proventi petroliferi. Ora questa preoccupante sospensione, mentre nell’ovest del paese (situazione che non fa parte dei negoziati in corso in Kenya) si sta drammatizzando un altro sanguinoso conflitto tra Khartoum e ribelli regionali. Il rischio e’ che le battaglie dell’ovest e gli scontri interni alla leadership di Khartoum possano fare da detonatore a una ripresa globale della guerra o – quantomeno – a un tentativo, invero con poche possibilita’ di successo, di rimessa in discussione degli accordi solennemente sottoscritti.


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