Mondo

Sudan, il conflitto continua in Darfur

È la denuncia dell'Onu

di Gabriella Meroni

Jan Egeland, il Coordinatore delle Nazioni Unite per le Emergenze, ha presentato il suo rapporto sulla situazione in Africa, denunciando che, a causa dell’alto livello di pericolosita’ del Darfur, e’ impossibile fornire assistenza umanitaria a centinaia di migliaia di persone. Ha sottolineato inoltre che nel mese di gennaio il WFP ha raggiunto solo 900.000 persone, il 50% del suo obiettivo finale. Ha inoltre illustrato che 6 milioni di persone residenti nei 6 stati ne sud dell’Africa non hanno soddisfatto i loro bisogni alimentari a causa della ”tripla minaccia”, composta da scarsita’ di cibo, AIDS ed incapacita’ di garantire un buon governo. Quanto al Sudan, in particolare, a causa dei continui attacchi e scontri in Darfur, alcune zone sono state identificate come aree ”no-go”, in cui cioe’ le agenzie delle Nazioni Unite non sono autorizzate a recarsi. Soprattutto nel Sud del Darfur i responsabili del rispetto dei diritti umani dell’ONU sono particolarmente sconcertati che le vittime siano ancora obligate a pagare per ricevere assistenza nell’ospedale di Nyala, nonostante la presenza di delegazioni del WHO e di altre agenzie. Nella parte meridionale del paese, l’UNICEF sta cercando di riorganizzare le strutture scolastiche affinche’ le aule possano riaprire alla fine di marzo. Numerosi scontri sono stati registrati anche nella Repubblica democratica del Congo,nonostante gli sforzi dei funzionari della missione di pace nel distribuire aiuti umanitari alla popolazione. Per quanto riguarda l’embargo sulle armi, il Gruppo di esperti che ha riferito al consiglio di Sicurezza ha auspicato che gli obiettivi dell’embargo vengano rivisti e chiariti.


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