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Sudan: i vescovi chiedono l’appoggio dei cristiani Usa
Fermare i bombardamenti, bloccare le estrazioni petrolifere, porre fine alla schiavitù e alla politica della carestia, assicurare la libertà di religione e l'autodeterminazione: ecco i principali pun
Fermare i bombardamenti, bloccare le estrazioni petrolifere, porre fine alla schiavitù e alla politica della carestia, assicurare la libertà di religione e l’autodeterminazione. Sono questi i punti principali del memorandum consegnato dalla Conferenza regionale dei vescovi cattolici sudanesi (Sudan Catholic Bishop’s Regional Conference,SCBRC) alla delegazione del Conferenza cattolica degli Stati Uniti (USCC) nel corso della sua visita del marzo scorso e resi oggi pubblici dall?agenzia vaticana Fides. Nel documento si chiede l’appoggio dei cristiani statunitensi per conseguire i seguenti obiettivi:
1) Fermare i bombardamenti aerei dei civili. Il primo obiettivo dell’USCC deve essere la fine dei bombardamenti governativi delle popolazioni civili delle montagne Nuba, Nilo blu meridionale e sud Sudan. Da lungo tempo i vescovi sudanesi chiedono la creazione di una no-fly zone nella regione, come solo mezzo per proteggere la popolazione e le istituzioni dagliattacchi aerei governativi.
2) 2) Fermare le estrazioni petrolifere. I membri del SCBRC chiedono all’USCC di appoggiare le pressioni sulle compagnie del Nord America, Europa e Asia per smettere di investire nell’industria petrolifera sudanese, principale mezzo di finanziamento della guerra condotta dal regime. Gli interessi petroliferi servono a giustificare 1a pulizia etnica su grande scala in aree come il nord Bahr al-Ghazal, il Nilo azzurro meridionale, l’Alto Nilo e le montagne Nuba.
3) Fermare la politica della carestia; far finire il bando di Khartoum sui voli di aiuto. L’uso dell’arma del cibo da parte del governo sudanese ha causato la morte di migliaia di persone, la fuga di milioni e danni irreparabili alla salute, soprattutto di donne e bambini. Questa tragediaè dovuta in gran parte alla politica governativa di manipolazione dell’aiuto umanitario, di embargo dei voli umanitari e dei soccorsi nelle zone non controllate da Khartoum, in particolare nelle montagne Nuba e nel Nilo Azzurro meridionale.
4) Assicurare la libertà di religione per tutti i cittadini. La rivendicazione di Khartoum che il Sudan è un paese arabo e musulmano e il suo sforzo per realizzare il sogno di un’unica nazione, una sola cultura, una religione ha spogliato milioni di sudanesi non arabo-musulmani della maggior parte dei loro diritti individuali e collettivi. La libertà di religione deve diventare un realtà costituzionale e legale nella vita sudanese.
5) Fermare la schiavitù e promuovere il benessere degli ex schiavi. La comunità internazionale deve fare pressioni sul governo di Khartoum perché ponga fine al rapimento e la riduzione in schiavitù soprattutto di donne e bambini. Si richiede inoltre l’aiuto internazionale per la cura e l’educazione di migliaia di schiavi “redenti”
6) Difendere il diritto alla autodeterminazione. Affermare il diritto alla autodeterminazione non significa sostenere l’indipendenza del sud Sudan. È il riconoscimento del ruolo fondamentale dei cittadini del Sudan nel decidere le sorti del proprio Paese.I rappresentanti del SCBRC chiedono infine ai vescovi statunitensi diformare un comitato ad hoc per sostenere queste rivendicazioni.
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