Formazione

Sudan, è un olocausto

Ogni giorno 120 abitanti perdono la vita.Una tragedia che si assomma al dramma della guerra civile. E i missionari denunciano: «È un disastro annunciato,per otto anni ignorati i nostri appelli»

di Cristina Giudici

In Sudan le cifre dell?orrore aumentano di giorno in giorno. Secondo l?organizzazione umanitaria Medecins sans Frontières, a Ajiep, nella regione meridionale di Bahr El Ghazal controllata dai ribelli antigovernativi, ogni giorno la carestia uccide 120 persone e, solo dal 10 al 20 luglio, il tasso di mortalità è quadruplicato, mentre il tasso di malnutrizione globale è del 55,7 per cento. Secondo il portavoce italiano del programma alimentare mondiale dell?Onu, Jeff Rowland, nei centri di assistenza di Wau, «ogni giorno arrivano mille persone, ma circa 80 non ce la fanno e muoiono durante il tragitto». Numeri che solo in parte danno la dimensione della tragedia di un Paese lacerato dalla carestia e quindici anni di guerra civile; dalla tratta degli schiavi e dalle incursioni delle milizie fondamentaliste del governo di Khartoum. «Finalmente la Comunità internazionale sembra essersi accorta dell?enorme tragedia del Sudan», prosegue Jeff Rowland, «l?Unione Europea ha stanziato circa 61 miliardi di lire per gli aiuti umanitari. Si tratta della più grande donazione che abbiamo ricevuto nell?arco di dieci anni, da quando siamo arrivati in Sudan, ma i problemi sono tanti. La questione principale riguarda i conflitti armati. La tregua di tre mesi, firmata dalle forze ribelli, l?Esercito di liberazione del popolo sudanese e il governo, non è una garanzia perché tutta la zona meridionale è disseminata da gruppi armati che impediscono ai gruppi umanitari di svolgere il loro lavoro. Dall?altro canto fino al maggio scorso il governo ha impedito per vari mesi i voli nel Sud del Paese e i nostri aiuti sono stati boicottati». L?operazione Lifeline è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1989 quando la carestia uccise 250 mila sudanesi, ma il direttore esecutivo dell?Unicef, Carol Bellamy, ha dichiarato che in questo momento 2 milioni e mezzo di persone rischiano di morire di fame. «La carestia colpisce soprattutto i bambini», dice Paola Cortese dell?organizzazione umanitaria francese Medecins sans Frontières, «perché essendo malnutriti, possono deglutire solo liquidi e hanno bisogno di cure adeguate. In agosto avremo bisogno di 500 tonnellate di cibo e di tanti aerei. Purtroppo un volo charter può portare solo un carico di 5 tonnellate, impiega cinque ore e ogni ora di volo costa 2500 dollari». Il padre generale dei missionari comboniani, Manuel Augusto Ferreira, ha precisato all?agenzia di stampa Misna: «Si tratta di un disastro umanitario, ma come mai si grida solo ora, dopo otto anni in cui i missionari hanno lanciato disperati appelli di solidarietà? L?opinione pubblica internazionale non può lavarsi la coscienza, inviando vagonate di derrate alimentari o medicine. Occorre invece costringere le parti belligeranti a trovare una soluzione alla crisi perché il cessate il fuoco non è sufficiente a garantire la distribuzione degli aiuti». La carestia riguarda soprattutto il Sud del Paese, dove non piove da tre anni, non ci sono più mucche, né raccolti. E a Kongoor il capo tribù Nathael così esprime la sua disperazione: «Dite al mondo che stiamo per estinguerci, che il nemico ha troppi volti e che ogni minuto che passa è troppo tardi». Bisogna far presto Gli aiuti internazionali per il Sudan sono coordinati dall?Ols, Operation Lifeline Sudan, delle Nazioni Unite che comprende l?Unicef, il Pam e altre 40 agenzie di aiuto e organizzazioni non governative. L?Unicef sta assistendo 14mila bambini in 19 centri sparsi in tutto il Paese, ma non basta. Secondo le ultime stime, per servono 6 milioni di dollari per aprire 18 nuovi centri e salvare 38mila bambini a rischio. Potete versare un contributo sul ccp. 745.000, Unicef-Italia o telefonare allo 06/478091. Medicins sans Frontières ha installato sette centri nutrizionali e cinque terapeutici per circa 10 mila bambini. Per agosto l?organizzazione francese ha bisogno di distribuire altre 5 tonnellate di cibo. Progetto Msf-Sudan. ccp 874860007 causale ?Aiuto centri nutrizionali?oppure informazioni allo 06/57300900. Il Programma alimentare mondiale sta aprendo, in collaborazione con l?ong americana Care nove nuovi centri per sfamare ogni gorno 500 persone che ingeriscono solo liquidi. Finora il Pam ha inviato 500 tonnellate di cibo al giorno. Per informazioni contattate Jeff Rowland allo 06/65132971.


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