Mondo

Sudafrica: Sgominata rete di Al Qaeda

Tre terroristi giordani arrestati per aver preparato un attentato alla vigiglia delle elezioni sudafricani. Due di loro trasferiti “iilegalmente” in Giordania

di Joshua Massarenti

Ieri la Giordania ha confermato il rimpatrio dal Sudafrica di due suoi cittadini sospettati, insieme ad un terzo cittadino giordano attualmente sotto custodia cautelare a Pretoria, di appartenere alla rete di Al Qaeda. A detta del governo sudafricano, i tre uomini sono stati arrestati cinque giorni prima delle elezioni sudafricani del 14 aprile scorso mentre stavano organizzando un attentato contro l?Ambasciata degli Stati Uniti a Pretoria. La notizia dell?arresto era trapelata ieri mattina dopo le rivelazioni fatte da un responsabile della polizia sudafricana, Jackie Selebi, secondo il quale i tre uomini hanno fornito informazioni utili che hanno portato ad altri arresti in Giordania, Siria e Gran Bretagna. Intanto, gli agenti del servizio di Intelligence giordano stanno verificando l?ipotesi di un legame tra l?attentato fallito in Sudafrica e il progetto di Al Qaeda risalente al marzo scorso di compiere attentati in Giordania contro l?ambasciata USA e gli uffici dei servizi segreti giordani. Questi ultimi sostengono che per questi attentati era previsto l?uso di armi chimiche in grado di uccidere 80.000 persone. Da parte sua, il Ministro della sicurezza sudafricana Charles Nqakula, ha affermato che l?obiettivo di Al Qaeda in Sudafrica era ?mettere a rischio le elezioni e destabilizzare il nostro Paese?. Per poi aggiungere: ?E? probabile che in Sudafrica vi erano cellule ?dormienti? di Al Qaeda in attesa di provocare il caos?, insistendo sul fatto che i servizi di sicurezza sudafricani erano perfettamente al corrente della situazione. Il consigliere dell?ambasciata giordana in Sudafrica, Al Majali, ha riferito delle informazioni ricevute dai sudafricani prima dell?arresto riguardo ?il comportamento strano di questi uomini e il loro possesso di documenti, programmi e cassette? molto sospetti. Al Majali ha poi detto di aver parlato con i tre uomini, ?sorpresi di quanto stesse loro accadendo?, ma pronti nell?ammettere di ?essere entrati in Sudafrica con documenti falsi?. L?operazione, sebbene riuscita, rischia di creare qualche guaio al governo sudafricano. Il problema riguarda l’estradizione dei presunti terroristi giordani nel loro Paese di origine. In Giordania vige ancora la pena di morte. Ora, la Costituzione sudafricana proibisce l?estradizione di cittadini originari di Paesi in cui la pena di morte non è stata abolita. Esiste un precedente che non gioca proprio in favore del governo sudafricano. Nel 1999, il Sudafrica estradò negli Stati Uniti un certo Khalfan Khamis Mohamed, sospettato di aver preso parte agli attentati perpetrati nel ?98 contro le ambasciate statunitensi di Nairobi e Dar es Salaam. Dopo il ricorso presentato nel maggio 2001 da alcuni organismi internazionali per la difesa dei diritti umani, la Corte Costituzionale sudafricana giudicò l?estradizione anticostituzionale in quanto negli Stati Uniti vige ancora la pena di morte. Approfittando di questa sentenza, l?ex difensore di Mohamed, l?avvocato sudafricano William Kerfoot, ha affermato ieri sera che ?il nostro governo non avrebbe dovuto permettere l?estradizione dei tre giordani senza aver ottenuto in precedenza la garanzia del governo giordano di non applicare in futuro la pena di morte nei loro confronti?.


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