Salute

Sudafrica – Malawi: il virus viaggia sui tir

L’Africa australe è l’area più colpita al mondo dalla pandemia. A Pretoria i sieropositivi sono cinque milioni

di Joshua Massarenti

«Questa è la strada delle mille tentazioni. Rimanendo lontano dalla propria moglie o fidanzata, diventa davvero difficile resistere. Ma ho visto troppi colleghi morire di Aids per non prendere coscienza dei rischi che si corrono con questa malattia». Sande è originario dello Zimbabwe e di professione fa il camionista. Come lui si contano a migliaia coloro che, alla guida di tir spesso sconquassati, vanno su e giù dal Sudafrica alla Tanzania attraversando il Mozambico e il Malawi. Nel territorio malawiano, Mwanza, Blantyre e Lilongwe fungono da luoghi di transito in cui l?Aids trova nel connubio camionista/prostituta uno dei suoi terreni più fertili. «L?anno scorso», spiega Dorothy Hector, un responsabile del Pam, il Programma alimentare mondiale in Malawi, «una compagnia di trasporto ha perso 83 dipendenti, tutti uccisi dall?Aids». I camionisti sono le vere mine vaganti in una regione, quella dell?Africa australe, tra le più flagellate al mondo. Con un tasso di prevalenza dell?Hiv superiore al 16%, il Southern Africa giunge addirittura in testa alla classifica mondiale stilata nel 2003 dall?Unaids, il Programma Onu contro l?Aids, superando di gran lungo altre aree martoriate come l?Africa orientale (6%) o quella occidentale (4,5%).
Di certo la situazione non giova al Malawi che, se attuasse una strategia davvero efficace per sradicare l?Aids, dovrebbe comunque fare i conti con vicini di casa poco disciplinati. Tra loro spicca il Sudafrica, protagonista di una politica anti Aids tra le più contestate al mondo. Sul banco degli imputati la classe dirigente nera capeggiata dal presidente Thabo Mbeki, accusato poche settimane fa dagli attivisti sudafricani di ?negazionismo? nei confronti di una malattia che colpisce oltre cinque milioni di persone, pari al 12% della popolazione. Purtroppo le recenti aperture del regime (dal 2003 è in corso una campagna nazionale per l?accesso gratuito agli antiretrovirali) sono puntualmente sconfessate da prese di posizione surreali dei propri dirigenti. Basti pensare all?ultima uscita dell?ex vice presidente Jacob Zuma, pronto a dichiarare nel corso del processo che lo vedeva accusato di violenze sessuali su una donna sieropositiva, di «aver preso una doccia dopo il rapporto per ridurre i rischi di contagio». Con questa gente il Sudafrica mette a dura prova i programmi di lotta regionale all?Aids promossi dal 2003 dal Sou-thern African Development Community.

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