Politica

SUDAFRICA. Guai giudiziari per il candidato presidente

Oggi la Corte suprema ha aperto un nuovo procedimento per Jacob Zuma, leader dell'Anc, con accuse di corruzione

di Redazione

Guai in vista per il leader dell’Africa national congress e prossimo candidato alla presidenza del Sudafrica, Jacob Zuma. Oggi la Corte Suprema d’Appello di Bloemfontein ha autorizzato la Procura generale ad aprire un procedimento contro di lui, annullato il verdetto del Tribunale di Pietermarizburg che a settembre aveva stabilito il non luogo a procedere per vizi di forma nei sui confronti. Sulla testa di Zuma pendono 16 capi di imputazione dalla truffa e riciclaggio di denaro sporco. Le indagini partirono da un mega appalto da 5 miliardi di dollari per l’acquisto di armi nel 1999.

Nonostante il verdetto della Corte Suprema, secondo quanto ha fatto sapere Kgalema Motlante, attuale capo di Stato e membro dell’African National Congress, Jacob Zuma rimane il candidato del partito alla presidenza del Sud Africa. «L’Anc accetta senza riserve il verdetto della Corte», si legge in una nota diffusa poco dopo la lettura della sentenza, «ma il partito e Zuma si riservano il diritto di valutare tutte le opzioni possibili a norma di legge». Del resto, si sottolinea nel comunicato, la decisione della Corte Suprema non ha nulla a che fare con la colpevolezza o meno dell’attuale presidente dell’Anc, tanto meno si pronuncia in merito alle accuse mosse contro di lui. Anche il Cosatu, la principale lega sindacale del Sud Africa, ha ratificato il suo appoggio a Zuma e in un comunicato ha affermato che «mobilitera’ tutti i propri affiliati al seguito di Jacob Zuma al fine di ottenere una nuova schiacciante vittoria in tutto il paese». Le elezioni in Sudafrica, secondo quanto anticipa il quotidiano sudafricano The star, potrebbero svolgersi il 15 aprile anche se la data certa si saprà il 6 febbraio, in occasione del discorso di apertura dei lavori del Parlamento dell’attuale presidente Motlante. L’Anc, il partito di Mandela, affronterà una sfida cruciale dalla fine dell’apartheid nel 1994. Dovrà infatti vedersela con il Cope (Congress of the People), la formazione dei dissidenti, nata il 16 dicembre scorso.

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