Mondo

Sud Sudan, padre Kizito “nessuno vuole veramente la pace”

Per il missionario, interpellato dalla Misna, anche gli americani che sembrano interessati alla fine del conflitto hanno come primo interesse il petrolio

di Redazione

La sospensione dei voli umanitari delle Nazioni Unite in partenza dal Kenya verso il Sud Sudan potrebbe avere pesantissime ripercussioni sulla popolazione. Oltre ai civili direttamente coinvolti negli scontri in corso nell?Equatoria (Sud Sudan), dove le forze governative stanno cercando di riconquistare la roccaforte di Torit (espugnata dai ribelli nelle scorse settimane), sono a rischio anche le centinaia di migliaia di persone che sopravvivono grazie all?assistenza delle organizzazioni umanitarie. Eppure alla metà di agosto le posizioni tra il governo e la ribellione, che dal 1983 si stanno dando battaglia in una catastrofica guerra civile che ha già provocato più di due milioni di morti, sembrano essere molto vicine. ?Nessuno delle due parti in causa vuole realmente mettere la parola fine a questo conflitto ? ha commentato alla Misna padre Renato ?Kizito? Sesana, missionario comboniano da anni impegnato a favore delle popolazioni Nuba, nel Sudan centrale ? e gli unici che sembrano impegnati al momento in questa direzione sono gli americani?. Ma che, dietro la firma di un accordo, celano in realtà altri obiettivi: ?Il loro primo interesse ? conclude il missionario – è il petrolio di cui è molto ricco tutto il Sud Sudan. Inoltre cercano disperatamente un successo diplomatico nella regione che possa garantire loro una certa credibilità?.


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