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Sud-Nord, i “migranti” italiani

Impietoso e allarmante il rapporto Svimez sul Mezzogiorno.

di Franco Bomprezzi

I dati parlano chiaro anche se vanno attentamente interpretati per definire strategie sociali ed economiche correttive: la fuga dal Sud documentata dal rapporto Svimez trova ampio spazio e valutazioni differenti sui quotidiani di oggi.

 

 

“È fuga di cervelli da Sud a Nord”: LA REPUBBLICA (che apre sulla sintonia Fini-Napolitano in tema sicurezza) dedica la pagina 9 al rapporto Svimez. Tra 1997 e 2008 700mila residenti hanno lasciato il Sud. Solo negli ultimi 12 mesi sono stati 122mila. Complessivamente l’87% proviene da tre regioni: Campania, Puglia e Sicilia. Nel 2004 il 25% dei partenti aveva una laurea, percentuale salita, appena 3 anni dopo, al 38%. Una emorragia continua insomma, alla quale si aggiunge il fenomeno del pendolarismo di lungo corso: persone che tengono la residenza nel Meridione ma hanno un posto di lavoro nel Centro Nord; nel 2008 sono state 173mila (+15,3% rispetto al 2007). L’altra faccia della medaglia, scrive Giovanni Parente, è un’area di disoccupati scoraggiati: lo Svimez stima un atumento di 434mila unità dal 2004 al 2008. Coerentemente la ricchezza per abitante al Sud è ferma a 17.971 euro (al Nord supera i 30mila). Il ministro Raffaele Fitto ha sottolineato che «per oggettive ragioni di tempo» questa situazione «non ha nessun rapporto con quanto posto in essere dal governo Berlusconi». Tremonti invece ha confessato: «rifarei la Cassa per il Mezzogiorno». In appoggio intervista a Angelo Novello, 40enne responsabile commerciale: “Catania-Milano, così ho gettato la spugna”. Spiega la sua “scelta” obbligata: laureato in scienze politiche, master a Palo Alto e poi a Roma, ci ha provato più volte a inserirsi nel mondo del lavoro stando nella sua isola (dove però il suo settore di allora, la formazione, era appannaggio clientelare), poi ha ceduto. Si è trasferito a Milano, ha trovato lavoro, pubblicato due libri.

Sul CORRIERE DELLA SERA di oggi il rapporto Svimez occupa la pag. 6. “Crescono gli emigranti, 700mila da Sud a Nord”, il titolo. Scrive Lorenzo Salvia: «Negli ultimi 11 anni, considerando partenze e rientri, il Sud ha perso a favore del nord 700mila persone…Se risaliamo le tabelle e torniamo indietro fino al 1955, superiamo addirittura i 4 milioni. …E questo considerando solo chi cambia residenza e non i pendolari a lungo raggio». Insomma i ricercatori dello Svimez, l’associazione dell’industria del Mezzogiorno, dimostra che siamo ancora fermi a un paese spaccato in due. Il capo dello Stato: una «prospettiva di stabile ripresa del processo di sviluppo deve essere fondata sul superamento degli squilibri territoriali». Altro dato: nel 2008 il numero degli occupati è salito di 217mila unità al nord ed è sceso di 34mila al sud. Fra i 15 e i 24 anni i disoccupati al nord sono il 14,5%, al sud il 33,6%. Ancora più largo il divario delle infrastrutture. Il commento del CORRIERE è affidato all’economista dell’università di Bari Gianfranco Viesti: “«Divario ridotto, è tutta l’Italia che sta peggio»”: «Rispetto al 2000 il Pil del Sud è più vicino di circa due punti a quello del centro nord. Irrilevante. Se al Sud la giustizia civile non funziona per niente, al centro nord funziona malissimo». Al sud è dedicato infine anche l’editoriale di Giuseppe De Rita a pag 8: “Se la questione meridionale torna a essere un problema politico”.

LA STAMPA dedica la fascia in alto ai dati dello Svimez: “Dal Sud riparte l’emigrazione in cerca di lavoro”. Il commento è affidato all’economista Giuseppe Berta, “Una nuova questione meridionale”: «Fra le immagini stereotipate della società italiana a cui dobbiamo rinunciare vi è quella di un Sud con meno risorse delle altre aree del Paese, ma dotato di una popolazione più giovane e numerosa. I dati dell’ultimo rapporto elaborato dalla Svimez – un’autentica istituzione della cultura meridionalistica, presieduta da Nino Novacco – ci dicono che non è più questa la realtà demografica del Mezzogiorno d’Italia. Oggi nel nostro Sud vivono 20,8 milioni di abitanti che, se non avverrà un’inversione di tendenza, saranno calati a 19,3 milioni tra vent’anni. Saranno allora le classi d’età più anziane a prevalere: andando avanti di questo passo, una persona su tre avrà più di 65 anni; una su dieci supererà gli 80. (…) Le migrazioni odierne non hanno proprio nulla di simile a quelle codificate nell’immagine pubblica, quando – nei decenni Cinquanta e Sessanta – molti lavoratori meridionali affluivano alle città settentrionali e alle loro fabbriche. Ciò che avviene oggi coinvolge i giovani più istruiti del Sud, quelli che vogliono per se stessi gli studi migliori, che hanno voglia di misurarsi con la realtà più avanzata con cui possono entrare in contatto. (…) Nulla più di questa perdita del «capitale umano», rappresentato dall’intelligenza e dalle competenze di migliaia e migliaia di giovani, testimonia del declino del Mezzogiorno, che assiste all’allontanamento progressivo delle sue energie più vitali. La crisi del Sud si riflette, ancor prima che nel peggioramento degli indicatori economici, nel venir meno di una visione dello sviluppo. Sulle prospettive di crescita della società meridionale è calata da anni una cortina di silenzio».

Il rapporto Svimez apre la sezione Economia&Imprese de IL SOLE 24 ORE, anche se già prima – nelle pagine dei commenti/editoriali il giornale degli industriali minimizza l’allarme per la «immigrazione interna», optando per una «mobilità interna, secondo un raggio che in altri Paesi è da pendolari».  Il titolo dell’apertura comunque è: «Mezzogiorno in fondo all’Europa». Accanto ai numeri del rapporto sugli abbandoni del Sud e al fatto che un lavoratore su cinque è in nero, IL SOLE sottolinea le ragioni del ritardo: inefficienza delle amministrazioni locali nella gestione dei fondi europei, spostamento verso il Nord di risorse prima dedicate esclusivamente al Sud. Di spalla Mariano Bella commenta invece, sempre in chiave di divario Nord/Sud, i dati Istat sulla spesa media per famiglia: 2.810 euro al Nord contro i 1.950 al Sud, sottolineando come solo al Sud vi sia stata nel 2008 una riduzione della spesa rispetto all’anno precedente: critica la tesi sulla differenza di prezzi e differenza di stipendi e auspica un ripensamento dei finanziamenti al Mezzogiorno, «riducendo l’intermediazione dello Stato» e «puntando sul capitale umano: studiare di più e meglio».

L’editoriale de IL GIORNALE “Ma per favore non ricominciamo con la lagna del sud” a firma di Giuseppe De Bellis è dedicato al rapporto Svimez 2009 secondo cui in 11 anni sono emigrati dal sud 700 mila persone verso il nord del paese. Il giornalista, emigrato dal sud per lavorare al quotidiano milanese come capo redattore della cronaca nazionale prova a dipingere un affresco dei nuovi «terroni» «che viaggiano su un aereo con computer portatile». Per De Bellis «il meridionale che emigra è un’immagine che ha scolorito le valige di cartone e i pomodori piantati nella vasca da bagno». La questione meridionale ormai è un luogo comune, prova ne è il fatto che «questi dati si riferiscono a un periodo che va tra gli anni novanta e la metà dei duemila cioè quello del boom tecnologico» il che significa che chi emigra lo fa perchè sa usare, capire e sfruttare le tecnologie. Non è più insomma un’emigrazione disperata ma di risorse. «Il Sud non si dimentica, resta dentro, ma può essere lasciato per qualcosa per cui ne valga la pena. Un posto di lavoro o una nuova famiglia, una laurea o il sogno di diventare qualcosa e non necessariamente qualcuno».
In conclusione «il tono del piagnisteo alimenta i problemi del Sud» perchè passerebbe l’equazione «non c’è speranza e quindi è inutile combattere». Invece proprio questi emigranti sono la speranza del sud.

Oltre all’immancabile e suggestiva vignetta in prima pagina, in quella  di oggi c’è un cervello che cammina con due valige, IL MANIFESTO dedica al rapporto Svimez due pagine intere. L’analisi del rapporto è ben presentato nell’articolo “Se i migranti siamo noi”, che oltre alle cifre, i dati statistici, i commenti del presidente della Repubblica Napolitano, il pezzo trova anche dei parallelismi tra alcune dinamiche migratorie tra il nord e il sud dell’Italia e quelle tra il sud e il nord del Mediterraneo. A tal proposito, Il Manifesto scrive:« Non attraversando il Mediterraneo a bordo della così dette carrette del mare, barconi stracolmi di esseri umani disperati. Al massimo percorrono tutta l’Italia da sud a nord su un treno espresso, con tempi medi di percorrenza, dalla partenza all’arrivo, di circa 22 ore, o se non ne trovano, si adagiano su comode poltrone targate Trenitalia». E chi sono questi migranti? Il Manifesto li descrive cosi:«Puntano a occuparsi nella pubblica amministrazione o come classe docente nelle scuole di ogni ordine e grado. Sono quasi tutti diplomati o laureati. Anche dopo l’approvazione dell’ultima legge razzista del governo voluta dalla Lega non sono diventati clandestini, e non necessitano di permesso di soggiorno o sanatorie. Ma sono, in tutto e per tutto, migranti». Invece di venire al nord, «gli consiglierei di prendere un biglietto per New York che adesso costa come andare a Milano. Gli direi di usare la rete, ma non come un giocattolino. E’ servita ad Obama per vincere le elezioni, potrà servire anche per mettere in piedi qualcosa di serio e di non clientelare al Sud». È una delle tante risposte lucide e attuali che  il regista Mimmo Calopresti ha rilasciato al Manifesto.

AVVENIRE sul rapporto Svimez: “Il Sud è alle corde. E i giovani fuggono” . Nell’editoriale in prima, Giuseppe Savagnone avverte: «la linea dell’egoismo regionalistico può dare vantaggi immediati, ma alla lunga rischia di dissolvere l’identità nazionale. E questo una politica responsabile verso il bene comune non se lo può permettere». A pagina 5 un pezzo ampio con i dati del rapporto: 700mila persone emigrate in 11 anni dal Sud (l’87% da Campania, Puglia, Sicilia), il 38% dei laureati che lasciano, disoccupazione al 22%, una quota di Pil prodotta pari al 23,8% uguale al 1951, sistema creditizio smantellato. A corredo due box. “«Il pachiderma pubblico ci schiaccia»” sostiene il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello: «La ragione è legata all’affermazione di un modello di sviluppo diverso da quello del resto del Paese e che oggi ha prodotto solo degrado civile. Basti pensare che al Sud il 30% del valore aggiunto è costituito da servizi pubblici di base e trasferimenti, mentre in Lombardia è il 13%. Al contrario il sistema manifatturiero rappresenta il 13% del valore aggiunto nel Mezzogiorno e il 30% in Lombardia». Poi un affondo sulla politica della stabilizzazione dei precari: «È stato un attentato alla cultura del lavoro, perché ha spinto i giovani a preferire un’occupazione precaria in attesa della stabilizzazione promessa dai politici, piuttosto che educarli all’impegno e al sacrificio». Secondo Lo bello, non è un problema di soldi ma di burocrazia pachidermica («In Sicilia, ci sono 5 miliardi di euro di investimenti privati cantierabili, che restano bloccati per colpa delle lungaggini burocratiche»). Il secondo box è su Francesca Planeta e la sua azienda vitivinicola che dal 1995 ad oggi è cresciuta in maniera globale, con 120 dipendenti ed esportazioni in 65 paesi: l’esempio di una che ce l’ha fatta.

E inoltre sui giornali di oggi:

INFLUENZA
LA REPUBBLICA – “Influenza, Obama stanzia 1,8 miliardi contagiati 50 italiani nei college inglesi”. In Gran Bretagna 11 morti in 24 ore (sono 29 in tutto). Secondo la Bbc anche Cherie, moglie dell’ex premier Tony Blair, sarebbe malata. Sempre in Gb sono stati contagiati 50 ragazzi italiani in viaggio di studio. Rientreranno domenica sera a Malpensa. Intanto Obama stanzia un po’ di soldi per il vaccino, mentre da noi il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio avverte: «quello che sta succedendo in Inghilterra accadrà anche da noi. Come è già successo in Messico, Stati Uniti, Canada, il virus contagerà il doppio delle persone ogni dieci giorni, è una formula logaritmicamente accertata». La Federazione italiana dei pediatri chiede la vaccinazione di tutti i bambini con più di  6 mesi. Secondo l’Oms la pandemia ha una velocità di contagio senza precedenti. Un altro pezzo ci fa sapere che alla Novartis vaccini, hanno sospeso le ferie. Si lavora giorno e notte per arrivare al vaccino entro ottobre. E per conquistarsi una cospicua fetta stimata sui 10 miliardi di incasso.

SICUREZZA
AVVENIRE – “Pronte le regole sulle ronde. «Osservatori» senza armi”. Le ronde cambiano nome e si sceglie la definizione di «osservatori». Per evitare, almeno nelle intenzioni del Viminale, che si trasformino in squadre politicizzate, sono state introdotte alcune regole: dovranno essere composte al massimo tre persone, di età superiore ai 25 anni, senza armi, riconoscibili da una casacca fluorescente gialla, con il logo dell’associazione ed eventualmente del Comune, e soprattutto non iscritti a partiti. Intanto Berlusconi, dopo le critiche rivolte a Napolitano da alcuni esponenti del Pdl, invita i suoi a non polemizzare.

ECONOMIA
ITALIA OGGI – Il giornale dei professionisti pubblica la notizia che non ti aspetti, ovvero che tra il segretario della Cgil Epifani e il ministro della Tremonti c’è voglia di cooperare. «Se darai una scossa alla crisi, saremo con te» ha detto il sindacalista; « Tutte le risorse devono essere messe sugli ammortizzatori sociali, tutto è necessario, ma il sociale è fondamentale» ha  ribattuto ieri Tremonti dal palco di Chianciano davanti a 1200 sindacalisti. Le altre effusioni tra  Epifani e Tremonti nell’articolo pubblicato in Primo Piano intitolalo “La Cgil apre credito a Tremonti”. Alla notizia che ti aspetti, segue anche il commento che non ti aspetteresti. Il direttore di Italia Oggi Franco Bechis, davanti alle prove di cooperazione tra Tremonti ed Epifani, abbandona il suo stile provocatorio e pungente e si accoda al clima di cordialità  che ha caratterizzato il faccia a faccia di ieri sera tra i due leader firmando con queste parole il suo editoriale “Tremonti, tuona la Cgil” :«Raramente si è visto una vicinanza concreta, al di là poi della  diversa opinione sui singoli argomenti, fra il titolare della politica italiana e la forza sociale più rappresentativa, per altro ideologicamente avversaria del governo in carica. E’ un buon segnale. Soprattutto per l’Italia».

LA REPUBBLICA – “Pmi, detassati gli aumenti i capitale”. Nel provvedimento sullo scudo fiscale un incentivo alla capitalizzazione delle piccole e media imprese, il rientro dei capitali dall’estero, ma anche il condono per case e yacht. Pagando solo il 5 per cento sui capitali rimpatriati o regolarizzati, si ottiene la preclusione di ogni accertamento nel periodo 2004-2008.

CASA
IL SOLE 24 ORE – Sbloccati i 350 milioni di euro per il piano di housing sociale già approvato dal Cipe. Il ministro Matteoli ha promesso entro l’anno cantieri per 14 miliardi di euro, che dovrebbero portare 120mila posti di lavoro nell’edilizia.

ABRUZZO
AVVENIRE –  A Città di Castello, i giovani della Caritas diocesana hanno promosso la due giorni «Altotevere per l’Abruzzo», durante la quale si troveranno tutti coloro che si sentono vicini agli abruzzesi. LO scopo: tener desta l’attenzione sulla zona terremotata. Concretamente sarà organizzata una raccolta di viveri e vestiario. C’è poi la segnalazione del nuovo ambulatorio pediatrico polispecialistico voluto dal bambino Gesù di Roma, con la collaborazione di Colliers International e la Happy Family onlus.

RIFORMA FEDERALISTA
IL GIORNALE –  “Subito a casa 18 mila pesi morti” è il titolo d’apertura del quotidiano milanese è dedicato alla riforma federalista che assesterà un colpo decisivo alla casta. Salterà infatti un consigliere su 3 per quanto riguardano Province e Comuni, verranno abolite le comunità montane per un risparmio totale di 6 miliardi di euro  annui.

CARCERE
IL SOLE 24 ORE – Mille euro di risarcimento per essere stato detenuto in una cella super-affollata. Lo ha ottenuto da Strasburgo Izet Sulejmanovic, cittadino rom della Bosnia Erzegovina, condannato per furto in Italia nel 2003 a 1 anno, 9 mesi e 5 giorni di carcere. La pena è stata scontata a Rebibbia. Due mesi e mezzo li ha passati in una cella di 16,20 mq con altre cinque persone: 2,70 mq a testa, ben al di sotto dei 7 previsti dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Il ricorso alla Corte di Strasburgo gli ha dato ragione, pur riconoscendogli un indennizzo di soli 1.000 euro sui 15mila chiesti: la sentenza parla di un «trattamento inumano e degradante». La sentenza è stata approvata con il dissenso del giudice italiano Vladimiro Zagrebelsky e suona come un campanello d’allarme: nelle attuali condizioni di sovraffollamento (65mila detenuti contro i 43mila posti regolamentari) la stragrande maggioranza dei detenuti potrebbe seguire l’esempio di Sulejmanovic e chiedere i danni morali. «L’Italia, oltre alla vergogna di essere recidiva, rischia di pagare centinaia di milioni di euro».

DIRITTI UMANI
LA STAMPA – “Obama concede l’asilo alle donne maltrattate” : «L’amministrazione Obama è infatti pronta a riconoscere lo status di rifugiate e il diritto di asilo alle cittadine straniere vittime di violenze domestiche e abusi sessuali. Il passo pone fine a un lungo contenzioso legale che ha trovato nel governo di George W. Bush l’ostacolo principale. Le donne dovranno dimostrare di essere vittime di abusi, e che queste pratiche sono tollerate nei loro Paesi le cui istituzioni non garantiscono nessuna forma di protezione».

DISABILI
AVVENIRE – “Disabili in vacanza. Percorso a ostacoli”. Al Nord e sull’Adriatico ci sono standard d’accessibilità quasi sempre garantiti. Altrove è un terno al lotto. E così i turisti con disabilità ricorrono al fai da te affidandosi a internet. Roberto Vitali, presidente di “Villagge for all”, il primo network di villaggi e campeggi accessibili, guarda la questione dal punto di vista dell’opportunità persa: le persone con disabilità costituiscono una grossa fetta di «potenziali clienti» che se intercettati sarebbero una grande risorsa per il turismo.  

ARMAMENTI
AVVENIRE – “Un mondo armato” è il titolo della vetrina in terza pagina. Sottotitolo: «Cresce ancora la spesa militare: si è ai livelli della Guerra fredda”. Un affondo sui numeri dell’industria bellica mondiale: nell’ultimo decennio gli investimenti per gli eserciti sono cresciuti del 45% portando nel 2008 la cifra complessiva a 1.464 miliardi di dollari. Gli Usa valgono la metà del bilancio planetario, seguono Europa, Pechino e Mosca. Per il l’Italia, il settore militare hi-tech è strategico dal punto di vista politico ed economico: vale l’8% del totale europeo e ha nicchie d’eccellenza notevoli. L’Italia inoltre è fra i primi quattro esportatori continentali. Preoccupa non solo l’entità degli arsenali, ma anche il progressivo deterioramento della rete dei trattati per il disarmo globale. Accanto, grafici a torta che illustrano le spese per la difesa suddivise per paesi.

RUSSIA
LA STAMPA – “Ma le Natashe di Grozny continuano a combattere – Nelle stanze dell’associazione Memorial”. Scrive Francesca Sforza: «”Ascoltate, parlate, disturbate”, ripeteva Natasha alle ragazze di Memorial-Grozny. Ogni tanto le portava con sé: “La cosa più difficile è andare nei villaggi, è lì che i ragazzi si rifugiano quando hanno paura di essere nel mirino dei kadyrovzy (i famigerati commandi del presidente Kadyrov, ndr), difficile che parlino, le stesse famiglie fanno da cordone protettivo”. La chiave di tutto, al solito, sono le donne, le sole a voler spezzare il silenzio, convinte che parlare sia meglio che tacere, mostrarsi meglio che nascondersi. Era allora – con le madri, le mogli, le sorelle – che Natasha tirava fuori il suo registratore – il problema erano le pile, difficile trovarne, le comprava anche quando non servivano, “non si sa mai” – e ascoltava. Spesso perdeva la pazienza, chiedeva fatti precisi, nomi, date, “c’è poco tempo, andiamo via prima che ci vedano”, era costretta a interrompere» .

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