Politica

Sud al collasso

Legacoopsociali: «Serve un confronto urgente per affrontare la drammatica crisi del Mezzogiorno»

di Redazione

Legacoopsociali scrive al Governo e a tutte le istituzioni parlamentari in merito «alla grave situazione di crisi che si evidenzia, in particolare nelle regioni meridionali, rispetto allo stato ed alle prospettive dei servizi di welfare, nella gestione dei quali sono impegnate molte cooperative sociali, e molte migliaia di lavoratori».

Nella lettera inviata dalla presidente nazionale di Legacoopsociali Paola Menetti si sottolinea come le «cooperative e lavoratori che, insieme a numerose associazioni di utenti e familiari, stanno da tempo, ed anche in questi giorni, denunciando il serio e reale rischio di chiusura di tante esperienze importanti di servizi territoriali, che lasceranno decine di migliaia di persone senza supporto, e migliaia di lavoratrici e lavoratori senza lavoro».

Ecco il quadro attuale nelle principali regioni del Sud. In Campania, dopo un 2010 in cui la spesa per le politiche sociali e socio sanitarie è rimasta sostanzialmente bloccata, la Finanziaria regionale per il 2011 prevede una spesa dimezzata, mentre scompaiono i trasferimenti nazionali ed europei, 40 servizi socio-sanitari della ASL Napoli 1 sono già chiusi, quelli del Comune di Napoli sono senza copertura finanziaria, le comunità di accoglienza per minori  sono costrette, loro malgrado, a dimettere bambini e ragazzi, tanti Piani di Zona Sociale non hanno la disponibilità di risorse per programmare, già dal 2011, i servizi sul territorio. Già oggi, oltre un migliaio di persone in condizioni di grave difficoltà (anziani non autosufficienti, disabili, sofferenti psichici, minori abusati, donne vittime di tratta, persone con dipendenze patologiche da sostanze), e le loro famiglie, sono nei fatti abbandonate a se stesse, e molte centinaia di lavoratori delle cooperative sociali che gestivano i servizi hanno perso il lavoro. Le prospettive per il 2011 mettono concretamente in discussione nella regione l’occupazione di circa ottomila lavoratori, e rendono incertissimo il futuro per migliaia di famiglie che temono di perdere ogni pur minimo supporto dei servizi rispetto ai propri congiunti in grave difficoltà. Intanto, i ritardi nei pagamenti da parte pubblica hanno raggiunto livelli abnormi, fino ai 30 mesi: tempi con ogni evidenza incompatibili non solo con la tenuta delle imprese che rappresentiamo, ma con la loro stessa sopravvivenza.

Gravemente precari sono anche lo stato e la prospettiva dei servizi per i bambini abbandonati, gli anziani, i disabili fisici e mentali in Sicilia«e nelle altre regioni meridionali, a fronte di una ulteriore contrazione delle risorse che mette a rischio di chiusura servizi essenziali per le persone più fragili e le comunità in cui vivono, e di un ugualmente intollerabile ritardo nei pagamenti da parte pubblica. Non possiamo altresì tacere la nostra crescente e vivissima preoccupazione per il susseguirsi di intimidazioni e minacce ai nostri cooperatori sociali e di attentati a sedi e servizi delle cooperative sociali, in particolare ove impegnate nell’utilizzo sociale e produttivo di beni sequestrati alle mafie, in Calabria ed in altri territori del meridione.

Da questa scenario è emersa la richiesta di Legacoopsociali di un intervento urgente. «Crediamo sia necessario ed urgente che su tale stato di cose, e sulle sue prospettive, si apra anche a livello nazionale un confronto più ampio e più di merito, e proponiamo che esso parta dalla situazione del Sud, dove le condizioni economiche e sociali vanno sempre di più deteriorandosi», si legge nella lettera inviata al Governo e alle Istituzioni parlamentari.«Chiediamo di promuovere il confronto, attivando idonei tavoli nazionali che vedano il coinvolgimento delle diverse realtà (Istituzioni e soggetti sociali ed economici) che hanno ruolo e responsabilità nel disegno e nella concreta realizzazione delle politiche di welfare nei territori».


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