Sostenibilità

Successo in Amazzonia. Guerra al fuoco

In Brasile i contadini bruciano la foresta per avere terre da coltivare. Ora un nuovo progetto li vuole convincere a smettere. (di Francesca Spinola)

di Redazione

L?Amazzonia brucia, non è una novità per nessuno. Questo territorio, di cui il 70% (pari a 3,5 milioni di chilometri quadrati), si trova in Brasile, è l?immenso polmone verde del mondo. Eppure tutti gli anni, come sempre, ettari di foresta se ne vanno in fumo. Non sono i fantasmi ad appiccarlo, ma i tanti Henrique, Fernando o João che in Amazzonia ci vivono: contadini che cercano nuove terre per coltivare miglio o allevatori che cercano pascoli per il bestiame. A loro, nel 1999, per la prima volta qualcuno ha tentato di spiegare che la sola ragione per non appiccare il fuoco all?Amazzonia è il loro benessere e quello delle loro famiglie. Questo messaggio, meno astratto di un «salviamo la biodiversità», sembra essere passato. Tanto che in collaborazione con l?ambasciata d?Italia è stato avviato nel 1999 il Programma ?Fogo: emergencia cronica?: 750mila euro il primo anno, 1 milione il secondo. «Di questi soldi», spiega Franco Perlotto, direttore del progetto, «più del 40% è stato speso in un lavoro di prevenzione degli incendi attraverso corsi e attività di coscientizzazione attivati con i municipi coinvolti, il 16% per combattere le malattie delle vie respiratorie legate alla presenza di fumo nell?aria, un altro 16% per installare un sistema di comunicazioni via radio con le regioni più remote della foresta. Oggi siamo al terzo anno, e si è registrata una riduzione degli incendi fino all?80% nelle zone coinvolte in questo programma avviato con l?associazione Amici della Terra e la collaborazione di 24 municipi dislocati in Acre, Parà e Mato Grosso, tre Stati amazzonici». «Il fuoco spesso scappa al controllo di chi lo ha appiccato e brucia case, fattorie, scuole. La mancanza di visibilità fa chiudere gli aeroporti. Il fuoco uccide, impoverisce, fa ammalare. Ecco il messaggio che abbiamo tentato di far passare», spiega Sergio Guimaraes, coordinatore del progetto Fogo per il Mato Grosso. Il programma è ad alto impatto anche perché coinvolge la popolazione locale: in pochi mesi si sono mobilitati migliaia di giovani volontari, armati di magliette e cappellini con su scritto ?Agente de controlo de fogo? e di volantini illustrati, distribuiti a 70mila famiglie nelle aree rurali, per informarle sulle pratiche di prevenzione e controllo del fuoco. Oggi sono circa 2,5 milioni le persone fra contadini, allevatori, raccoglitori di caucciù, membri di prefetture, cooperative, sindacati, gestori di parchi che si sono fatte carico di provare vie alternative al fuoco. Il prossimo passo sarà rendere commercializzabile il legno di scarto, i residui degli incendi. Qualcosa si sta già facendo, come la produzione di mobili e di giochi; ma ora si vuole tentare un salto di qualità e realizzare oggetti di design con residui di legni preziosi. Il compito è affidato a un noto architetto, Luis Galvao, le cui creazioni vengono presentate questo mese in una mostra a Brasilia.


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