Volontariato

Successi in successioni

Passare la proprietà a nuove società costituite dai lavoratori. La formula sta avendo un grande successo in Gran Bretagna. E viene incontro a un grande problema degli impreditori...

di Francesco Agresti

C?è uno spettro che si aggira per l?Europa e che minaccia la sopravvivenza delle piccole medie imprese: il declino demografico. Un terzo delle aziende attive nei paesi dell?Unione europea nei prossimi dieci anni dovrà affrontare il problema della successione: ogni anno il fenomeno interessa oltre 600 mila imprese e 2,1 milioni di lavoratori. In Italia le aziende famigliari rappresentano l?82% del tessuto imprenditoriale e l?80% dei proprietari ha superato i 50 anni. Non va meglio in Gran Bretagna dove l?andamento demografico minaccia migliaia di small and medium size enterprises. Fallimenti evitabili Se i figli non ne vogliono sapere di seguire le orme dei genitori o, peggio ancora, se non sono in grado di farlo, all?imprenditore non rimane che vendere oppure «favorire il trasferimento dell?impresa a favore dei lavoratori attraverso la costituzione di una nuova società», spiega a Vita Pauline Green, presidente Co-operatives, l?associazione delle cooperative britanniche e copresidente di Cooperatives Europe. Co-operatives ha riunito a Birmingham all?inizio di dicembre cooperatori, governo ed esperti per un confronto sulle opportunità offerte dalla successione d?impresa attraverso la costituzione di aziende promosse dai lavoratori. «Quello del trasferimento delle imprese e del coinvolgimento dei lavoratori nella successione», aggiunge Pauline Green, « è una delle più importanti sfide economiche che dovremo affrontare nel prossimo futuro. Le esperienze in atto in Gran Bretagna ma anche in Italia, in Francia e in Spagna, dimostrano che le imprese rilevate dai lavoratori producono ottime performance, stabilità e occupazione. Il problema è che molte società non hanno una strategia per la successione e quelle che ce l?hanno tendono a sottovalutare la possibilità di coinvolgere la forza lavoro». Il governo britannico negli ultimi anni ha sostenuto gli sforzi delle società alle prese con i problemi legati alla successione. «Lo scorso anno», sottolinea Phil Mercer, direttore del gruppo di lavoro sul trasferimento d?impresa del ministero delle Attività produttive britannico, «abbiamo realizzato uno studio sul trasferimento di impresa da cui è emerso che almeno il 30% dei fallimenti poteva essere evitato se l?imprenditore avesse programmato per tempo la sua successione. La nostra ricerca rileva, inoltre, che il tasso di sopravvivenza delle imprese trasferite è superiore a quello delle nuove attività, e che le aziende nate da una successione hanno una capacità di produrre occupazione superiore del 50% rispetto a quella delle nuove imprese». Il caso di Wales Co-op Norman Watson, consulente del Wales Co-op, associazione delle cooperative gallesi, ha traghettato negli ultimi cinque anni 40 trasferimenti di imprese attraverso la costituzione di cooperative tra lavoratori coinvolgendo 1.200 dipendenti. «È un percorso complicato e pieno di insidie», spiega, «dove è fondamentale la programmazione, l?effettivo coinvolgimento dei lavoratori ed è indispensabile un?attività di accompagnamento da parte di consulenti esperti almeno nelle fasi iniziali. Ma terminata la fase di start-up i risultati sono spesso superiori a quelle di altre imprese concorrenti.


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