Non profit

Subordinazione, se c’è deve essere pagata

E' necessario capire se esistano gli estremi per richiedere il riconoscimento di un rapporto di lavoro dipendente.

di Giulio D'Imperio

Ho 45 anni anni e una partita Iva, svolgo la libera professione come consulente aziendale con risultati soddisfacenti, almeno fino all?ultima consulenza. I rapporti con l?azienda sono stati ineccepibili fino a gennaio. Nonostante la crisi, la collaborazione è continuata come i pagamenti, nonostante i crescenti ritardi. Ora l?azienda ha un nuovo proprietario che per i miei compensi (7 mesi di arretrati) mi ha fatto proposte che io definisco ?oscene?: saldo con un pagamento parziale, prendere o lasciare. Posso far valere il mio essere invalido civile e affetto da grave forma di sordità (ho il riconoscimento di sordomuto) per evitare l?accettazione delle proposte ?oscene? e le azioni legali? Posso chiedere i danni morali dovuti allo stress che sto accumulando? In azienda sono rimasti i file dei miei lavori, posso ritirare il tutto qualora non ottenessi il dovuto?
Claudio (Reggio E.)

Ho letto con attenzione la sua lunga lettera e devo confessarle che ho ritenuto molto interessante il fatto che lei abbia avuto la partita Iva lavorando nell?ultimo periodo soltanto con un?unica azienda. Ritengo interessante questo particolare perché se lei nello svolgimento del suo lavoro aveva concordato di dover essere presente in azienda a orari prestabiliti, come per esempio dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 16 alle 19, il suo è inquadrabile in un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. In questo caso è facilmente dimostrabile che l?apertura della partita Iva è servita solo per camuffare un vero e proprio rapporto di tipo subordinato. Nel caso in cui dovesse emergere quanto appena detto, a lei dovrebbero essere riconosciute le differenze retributive e contributive e l?azienda dovrebbe comunque essere sanzionata dall?Inps e dall?Inail. Qualora lei non fosse stato sottoposto a un regime di subordinazione, nulla le può essere riconosciuto in tal senso. A proposito del riconoscimento della subordinazione è interessante quello che lei ha scritto in relazione al computer messo a disposizione dall?azienda. A che titolo, viene da chiedere, lei aveva diritto a usare questo computer? Aveva stipulato un contratto di comodato d?uso con l?azienda? Perché, se nulla è stato fatto a tal proposito, significa che il suo era un rapporto di lavoro subordinato.
Qualora non esistono gli estremi di subordinazione per richiedere il riconoscimento di un rapporto di lavoro dipendente, lei può tranquillamente optare per la richiesta di decreto ingiuntivo rivolgendosi a un legale considerando con lui l?opportunità di richiedere i danni, di qualunque natura, che lei ritiene aver subito.
Sarebbe inoltre opportuno rendersi conto se, nel contratto di acquisto delle quote dell?azienda, il nuovo proprietario si è accollato i debiti del suo precedente interlocutore. A me pare di sì, altrimenti nessun intermediario si sarebbe rivolto a lei per farle proposte finalizzate a chiudere il contenzioso.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.