Politica

Su l’Iva alle coop sociali? Disastroso per il welfare

Giuseppe Guerini (Alleanza delle cooperative): «Così si va a tagliare una quota di servizi equivalente al 6%». «Sarebbe un aggavio di costi per milioni di famiglie», rincara Claudia Fiaschi (Cgm)

di Redazione

«È un abbaglio rispetto al quale occorre fare una rapida retromarcia». Così l’Alleanza delle Cooperative Italiane giudica l’aumento dell’IVA dal 4% al 10% per le cooperative sociali che prestano servizi socio – sanitari ed educativi, un provvedimento che sarebbe previsto nella Legge di Stabilità.
 
«È una misura che non ha ragioni di finanza pubblica e anziché tradursi in maggiori entrate si tradurrà in un’emergenza sociale perché comporterà: 1) maggiori spese per le ASL e i Comuni,ì; 2) riduzione drastica dei servizi che colpirà gravemente da una parte le categorie più fragili e indifese del Paese (disabili, malati terminali, anziani e minori che vivono situazioni di emarginazione sociale e disadattamento) e dall’altra tutte le famiglie che vedranno ridursi i servizi o aumentare i costi».

«Abbiamo fatto qualche conto», spiega Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà e portavoce dell’Alleanza delle cooperative sociali. «In base ai fatturati il rialzo dell’Iva comporta circa 510 milioni di costi aggiuntivi. A cui va aggiunta una voce diffcilmente quantificabile che riguarda le cooperative che, come accade in Lombardia, lavorano in regime di accredittamento: in quei casi la tariffazione è fissata Iva inclusa». E ora cosa potrebbe accadere? «I numeri sono numeri» continua Guerini. «Vuol dire che si va a tagliare una quota di servizi equivalente al 6%. Ma soprattutto il vero rischio che il legisaltore non ha calcolato è un altro. Si spinge tutto questo settore a scegliere il regime di esenzione Iva, che è un po’ come aprire la porta a pratiche di elusioni fiscale. E questo proprio mentre la cooperazione stava lavorando per far riemergere dal sommerso i servizi di cura, badanti per prime. Alla fine a perderci, oltra ai cittadini, è lo Stato»

«Questa decisione priverebbe dei fondamentali servizi di welfare territoriale gran parte delle famiglie italiane». Claudia Fiaschi, presidente del Gruppo Cooperativo Cgm (Consorzio Gino Mattarelli), la più grande rete di cooperative sociali in Italia, durante la Convention nazionale del Gruppo in corso a Mantova. Che aggiunge: «Ogni giorno i 77 consorzi e le mille cooperative sociali della rete CGM offrono servizi di cura ed educazione, attraverso case di ricovero, asili, scuole materne e assistenza domiciliare per circa 500milaamiglie sul territorio nazionale. L’aumento dell’imposta, se confermato, comporterebbe un aggravio di costi per milioni di utenti, rendendo molte prestazioni inaccessibili o accessibili solo per pochi»

«In un momento di forte crisi e in cui il welfare territoriale rimane l’unica risorsa per garantire benessere – aggiunge il presidente – il provvedimento colpisce gravemente il settore della cooperazione sociale». «Ci aspettiamo – conclude Fiaschi – che il Governo si impegni a difendere in Italia e in Europa tutto ciò che l’economia sociale produce da anni in termini di occupazione, welfare e sviluppo economico».


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