Cultura

Su Jovanotti come su Salvini ci concentriamo sul superfluo

di Lorenzo Maria Alvaro

Jovanotti, com'era prevedibile, è una presenza costante su social e media. Era prevedibile perché è partito il Jova Beach Party, e come tutto quello che riguarda il cantante romano, è sempre un evento di massa. Meno prevedibili erano i motivi per cui in questi giorni è al centro dell'attenzione. Una serie di polemiche che hanno spaziato dall'ambientalismo ai diritti dei lavoratori fino a problemi di organizzazione.

Andiamo con ordine. La tappa di Rimini era stata preceduta da una disputa tra il cantante e alcune associazioni animaliste. La sezione riminese di “Italia Nostra”, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale, aveva lanciato un appello a Lorenzo Cherubini, (“da sempre molto attento alle tematiche ambientaliste” dicono loro), affinché annullasse la data sulla spiaggia riminese a causa dei possibili danni che l’evento avrebbe potuto creare ai “fratini”, piccoli uccelli che nidificano sulle spiagge e la cui popolazione è in consistente calo. Alla battaglia si sono presto unite anche Lipu, Legambiente e AsOER. La vicenda è poi rientrata grazie ad un accordo, la soluzione fu quella di “distaccare” alla sorveglianza dei fratini una dozzina di persone che lavorano al concerto. In cosa consistesse la mansione di questi 12 angeli custodi dei fratini non è dato saperlo. Anche perché alla fine un “fratino” mancava all'appello (sob). Era il 10 luglio.

Pochi giorni dopo a far discutere è proprio il personale che lavora ai concerti. O meglio il lavoro gratis, quello volontario. Il caso esplode per una locandina, con Lorenzo Cherubini nei panni dello Zio Sam, per la ricerca di volontari per la data del Jova Beach Party del 16 luglio a Cerveteri.

Compito dei volontari sarà quello di aiutare a differenziare correttamente i rifiuti e invitare gli altri a farlo all’interno dell’area del concerto. In cambio nessun compenso (sono volontari) ma un biglietto per il concerto, pasti ed un “gadget speciale”. Orario di “lavoro” dalle otto del mattino fino alla fine del concerto. Subito si sono scatenate le polemiche per lo “sfruttamento” da parte di Jovanotti. Tecnicamente in realtà i volontari sono selezionati ad ogni tappa o dal Comune di riferimento o da partner dell'evento, non dall'antourage del cantante. Il Jova Beach Tour per rispondere alle polemiche ha pubblicato un post dove spiega che i volontari sono selezionati dalla cooperativa Erica che segue i lavori di pulizia per Coop e per Corona e al WWF. Il WWF è infatti direttamente coinvolto nel tour di Lorenzo Cherubini con stand di sensibilizzazione per gli spettatori su questioni ambientali.

Per finire oggi è scoppiato il caso Vasto. «Io e i miei figli siamo fan di Jovanotti ma a tutt’oggi è impossibile realizzare il concerto sulla spiaggia di Vasto». A dirlo è il prefetto di Chieti, che adduce questioni di sicurezza e di incolumità delle migliaia di partecipanti. Il Prefetto precisa che gli organizzatori hanno presentato a marzo un progetto bocciato dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e tale progetto così è rimasto. Su un eventuale luogo alternativo sono proprio gli organizzatori a dover decidere ma a un mese di distanza sembra difficile cambiare location. Oltre 40mila i biglietti venduti.

Per un momento viene voglia di difendere Jovanotti. Che ci siano i fratini sulle spiagge di Rimini immagino sia informazione nota da qualche anno. Come lo era l'organizzazione del concerto. Scendere in campo a poche ore dell'evento lascia perplessi. Come la scelta di sollevare il problema della sicurezza a qualche giorno dal concerto già organizzato e con i biglietti già in tasca ai fan. Per non parlare della polemica sul volontariato dei fan. Perché bisognerebbe discutere se una persona decide volontariamente di prestare il suo impegno gratuito per una qualunque attività? A dirla tutta è quasi più preoccupante che ci sia tanta gente disposta a spendere tra i 70 e 100 euro per ascoltare Jovanotti piuttosto che ci sia qualcuno disposto a dire alle persone di non sporcare in cambio di un biglietto gratis.

Per un attimo viene voglia di difendere Jovanotti. Ma poi passa. La cosa davvero incredibile è a mio avviso che il Jova Beach Party dovrebbe essere, almeno nella narrazione del cantante e dei suoi collaboratori, un evento ambientale. Tanto che il WWF ci ha messo il marchio. Ora, a parte Reinhold Messner (che però da buon montanaro si occupa solo delle cose sue) nessuno ha pensato che l'idea di portare migliaia di persone, non in un luogo adibito a quello scopo (uno stadio o un palazzetto), ma sulla spiaggia sia tutto tranne che attento all'ambiente. È evidentemente solo una trovata di marketing, cui il WWF si è prestato, che con la tutela dell'ambiente (oltre che con la musica) non ha nulla a che fare.

La colpa di Jovanotti è il suo trattare temi seri e importanti in questo modo cialtronesco e farsesco oltre che proporre la stessa canzone dal 1988. Ma a quanto pare in Italia riusciamo a concentrarci solo sul superfluo perdendo di vista costantemente il punto.

Ci indigniamo per i “fratini” e per i volontari, non per una palese e gigantesca presa per i fondelli. Salvini ha fatto scuola. Come diceva il poeta «noto una qualcerta difficoltà, difficoltà nel procedere». Già, non siamo più in grado di fare un ragionamento. «Ciò che ci pare profondo è increspatura, certifichiamo radice una fluorescenza in superficie».

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