Famiglia

Stupendo quando un “medio man” vince l’oro olimpico

Marco Galiazzo, gambe a X, maniglie dell'amore, occhialini coperti da un cappellino da pescatore in ferie. E' lui il vero eroe di Olimpia, l'atleta in cui ci rispecchiamo tutti noi, italiani medi

di Maramao

Sono un italiano medio, me ne vanto e oggi ho pianto come un vitello. Perché ho vinto le mie Olimpiadi.

Dovevo lavorare e non l’ho fatto, lo confesso. Ma sono stato distratto da fattori esogeni, come ogni italiano medio che si rispetti, costretto a lavorare ad agosto. Oggi, però, non sono stato “fuorviato” visivamente dalle curve sinuose di qualche collega particolarmente procace e scollata (distrazione tipica dell’italiano medio agostano), bensì da Galiazzo Marco, arciere padovano che mi ricorda tantissimo il mio amico Cocino Luca, mitico barista in quel di Santo Stefano Belbo. E mitico “medio man” italico.

Ma ragioniamoci su un atttimo: chi non ha perso il sonno, l’altra sera, guardando gli azzurri della pallavolo nel decisivo e interminabile set contro i brasiliani? Milioni con il cuore in gola, certamente, ma quanti si sono identificati in Papi & co.? Oggettivamente il fisico di noi italiani medi non regge il confronto e il rischio della depressione agostana è sempre lì, vigile, dietro l’angolo. E lo stesso discorso vale per i marcantoni del Settebello o per gli spilungoni del basket.

Invece, oggi, abbiamo vinto tutti noi italici pantofolai propensi a farci contagiare dallo spirito di Atene 2004, che in questa calura ci porta a seguire tutto lo scibile olimpico: dal Triathlon, al Judo, dal Fioretto alla Spada, dagli Anelli al Nuoto sincronizzato. Ma, sinora – siamo sinceri – nulla aveva emozionato il “medio man” nostrano come ha fatto oggi Galiazzo Marco, 21enne padovano, dando la paga a un inglese sbruffoncello in semifinale e a un nipponico pochi minuti dopo. Vincendo l’oro olimpico.

In quel momento noi, italiani medi con una gran voglia di urlare al mondo la nostra “medianità”, ci siamo sentiti bene, anzi benissimo. Al settimo cielo. Perché ci siamo rivisti in quell’oro con le gambe ad X, le maniglie dell’amore e gli occhialini da miope semicoperti da un cappellino da pescatore in ferie.

Altro che Phelps e Greene! E’ Galiazzo Marco da Padova il vero eroe mitologico di Atene 2004.

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